2017-03-02 13:19:00

La crisi arriva in Finlandia: cresce la disoccupazione


Aria di crisi economica per la Finlandia. Il Paese scandinavo potrebbe diventare la Grecia del Nord Europa. Negli ultimi anni ha visto scendere in modo preoccupante la produzione e anche i settori d’eccellenza sono in fase stagnante. In calo l’occupazione soprattutto tra i giovani. E mentre il governo di destra punta su politiche di austerity, cresce il fronte anti-immigrazione e anti-europeista. Giancarlo La Vella ne ha parlato con la giornalista finnica, Liisa Liimatainen:

R. - Il problema è che non sanno più cosa esportare. Il vecchio prodotto nazionale era legato al legname e alla cellulosa. Una parte di quell’industria si è spostata in Asia e in America Latina dove c’è legname e la forza lavoro costa meno. Anche la produzione di elettronica si è ridotta.

D. - Tutto questo sta facendo nascere un fronte anti-europeista, anti-euro …

R. - Ma ovviamente in questo periodo sono sorti movimenti di destra che sono contro i migranti. Poi c’è anche un antieuropeismo. Ma in questo momento si tratta per la maggior parte di movimenti anti-migranti. Sono arrivati molti migranti dall’Iraq. In tutto questo, la Finlandia non si rende conto in che mondo viviamo, nel senso che questa crisi dell’immigrazione tocca tutti, mentre il Paese si oppone ai fenomeni di oggi senza voler sapere le cause che ci sono dietro.

D. - Questa crisi sta colpendo in modo particolare i giovani …

R. - I giovani, in particolare. Il governo ha fatto dei tagli riguardo la politica dell’infanzia, della scuola, all’università di Helsinki dove ci sono stati una quantità pazzesca di tagli. Una parte dei giovani non trova un posto di lavoro e, se lo  trovano, questo non permette loro di vivere; si tratta di impieghi molto saltuari con redditi bassissimi. Insomma, quello che sta succedendo in Finlandia è quello che sta accadendo un po’ dappertutto. Forse si pensa che i Paesi nordici non hanno queste crisi, ma non è così.








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