2017-02-27 15:00:00

Vescovi Guatemala contro nave abortista olandese


“Attentano al diritto umano alla vita, alla salute delle donne e alla sovranità dello Stato guatemalteco”, così si legge nel comunicato della Conferenza episcopale del Guatemala, che condanna l’organizzazione olandese “Women on Waves” conosciuta per la pratica di aborti gratuiti sulla sua nave. L’arrivo al porto di San Josè – prima tappa del “tour della morte”– era previsto per il 24 febbraio. Nella notte del 23 febbraio la Guardia Costiera ha fermato l’equipaggio della barca a vela che fa da spola tra la terra ferma e la nave ancorata nelle acque internazionali dell’Oceano Pacifico.

Vescovi chiedono allo Stato di rispettare la legislazione
“Manteniamo il nostro impegno - si legge nella nota - per la difesa della vita sin dal concepimento, come previsto dalla Costituzione Politica della Repubblica del Guatemala nell’articolo 3”. L’aborto in Guatemala è previsto solo in caso di grave pericolo per la salute della madre. Il presidente Jimmy Morales ha risposto in prima persona all’appello dei vescovi ordinando una azione militare che ha bloccato fino a ieri qualunque attività dell’organizzazione abortista. Per  tre giorni, gli attivisti hanno fatto ricorso contro il blocco imposto dai militari. Il sistema consiste nel portare le donne incinte in una piccola imbarcazione fino alle acque internazionali dove in un grande container adibito a presidio medico viene praticato l’aborto chirurgico o chimico. In acque internazionali vale la legge della nave, che è olandese, quindi l’aborto è legale.

Vescovi chiamano a difendere la vita
“Come Chiesa cattolica promoviamo e difendiamo la dignità di ogni essere umano, ed è per questo - scrivono i vescovi - che esortiamo tutta la popolazione a mantenersi in allerta di fronte all’azione di queste organizzazioni che attentano al diritto fondamentale alla vita umana dei guatemaltechi”. Il Ministero degli Affari Esteri ha informato che l’imbarcazione ha lasciato le acque territoriali guatemalteche ieri sera scortata dalle navi del comando navale del Pacifico, ma non hanno precisato quale sarà il loro prossimo destino. (A cura di Alina Tufani) 

 








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