2017-02-27 12:19:00

Ucraina. Monito Usa: Russia rispetti il cessate il fuoco


Ad una settimana dall’entrata in vigore del nuovo cessate il fuoco nell’Est dell’Ucraina, gli Stati Uniti chiedono alla Russia di rispettare “immediatamente” la tregua. Ce ne parla Giada Aquilino:

Osservanza del cessate il fuoco, ritiro di tutte le armi pesanti e accesso “pieno e senza restrizioni” agli osservatori internazionali. In una nota, il Dipartimento di Stato americano sollecita la Russia a rispettare la tregua nelle regioni orientali dell’Ucraina, scattata il 20 febbraio. Aldo Ferrari, profondo conoscitore dell’area ex sovietica e docente all’Università Ca’ Foscari di Venezia:

“È L’ennesima tregua. Purtroppo è destinata anch’essa a non essere rispettata se non si arriva una soluzione politica complessiva. Com’è successo per tutte le altre. Purtroppo da una parte e dall’altra ci sono violazioni, quasi quotidianamente, e questo ha portato a uno stillicidio di vittime. Il problema è che la soluzione politica auspicata non è ancora in vista, vale a dire che nessuna delle due parti - non solo la Russia ma anche l’Ucraina - rispetta gli accordi di Minsk. Manca la volontà politica da parte di Mosca ma anche dell’Occidente di fare compromessi e quindi purtroppo non ci sono grandi ragioni di ottimismo”.

La nuova presidenza statunitense Trump hanno fatto sapere che continuerà a chiedere il rispetto degli accordi di Minsk da parte della Russia. Ora Washington pone l’attenzione sugli osservatori internazionali, dopo che nei giorni scorsi i ribelli filo russi hanno requisito un drone della missione Osce che stava verificando informazioni su un attacco contro un depuratore di Donetsk. Altro nodo cruciale, rimane il ritiro delle armi pesanti. Aldo Ferrari:

“Ritirare le armi pesanti vuol dire, se fatto in maniera unilaterale, sguarnire le regioni separatiste di fronte all’esercito ucraino o, da parte ucraina, di fronte a una possibile avanzata dei separatisti appoggiati da Mosca. Quindi, per assoluta mancanza di fiducia nella controparte, nessuna delle due parti mette realmente in opera questo che sarebbe soltanto il primo dei passi della tregua”.

La crisi ucraina, scoppiata nel 2014, ha provocato ufficialmente oltre 10 mila morti. Due anni fa gli accordi di Minsk, ma in questi giorni l’Unicef ha lanciato un allarme per un milione di bambini che ha urgente bisogno di aiuto umanitario nell’est dell’Ucraina. Critica la situazione a Donetsk e Lugansk. Ancora Ferrari:

“La situazione vede queste due Repubbliche autoproclamate governate in maniera ‘disinvolta’, con il forte appoggio di Mosca, ma con un’economia devastata, anche per i forti bombardamenti subiti nelle fasi precedenti del confronto. Quindi la produzione industriale è molto ridotta, c’è una fortissima emigrazione. E’ una situazione estremamente precaria che sempre più assomiglia a quella di altri ‘Stati-non Stati’ dello spazio post-sovietico. Penso in particolare a quanto accaduto nel Caucaso, in Abkhazia, Ossezia, Karabakh, Transnistria, Moldavia. Insomma, è una situazione che tende a peggiorare e non a migliorare. E non ci sono passi in avanti nella soluzione diplomatica della questione”.








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