“I luoghi di culto appartengono a tutti e, in quanto tali, sono destinati ad essere apolitici; le chiese sono anche luoghi di raccoglimento per le popolazioni e devono essere rispettate e protette”: è quanto si legge nella dichiarazione congiunta della Monusco (Missione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la Stabilizzazione nella Repubblica Democratica del Congo), della nunziatura apostolica della Repubblica Democratica del Congo e della Conferenza episcopale (Cenco) redatta in seguito ai recenti attacchi contro parrocchie e altre infrastrutture cattoliche e pubblicata sul portale dell’Onu. Particolarmente violenti nelle province di Kinshasa, Haut-Katanga, Kasaï-Centrale e Kasaï-Orientale, attraverso tali gesti, prosegue la dichiarazione, “gli autori e/o committenti attentano al bene comune di tutti i congolesi”.
Cessino immediatamente tali atti deplorevoli
Maman S. Sidikou, rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite
nella Repubblica Democratica del Congo e capo della Monusco, mons. Marcel Utembi,
arcivescovo di Kisangani e presidente della Cenco, e mons. Luis Mariano Montemayor,
nunzio, condannano fermamente tali atti vandalici, perseguibili penalmente per il
diritto congolese e lanciano un appello perché cessino immediatamente tali atti deplorevoli.
Monusco, Cenco e nunziatura apostolica chiedono infine agli attori politici di condannarli
egualmente al fine di evitare qualunque tentativo di manipolazione volto a minare
l’attuazione dell’accordo politico, globale e inclusivo del 31 dicembre scorso sullo
svolgimento delle elezioni presidenziali entro il 2017. (T.C.)
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