2017-02-25 17:30:00

Esercizi spirituali con il Papa, p. Michelini: un tempo per fermarsi


Mercoledì prossimo, primo marzo, con la celebrazione del rito delle Ceneri, inizia la Quaresima. Il Papa, dal 5 al 10 marzo, si recherà con la Curia Romana nella Casa del Divin Maestro, ad Ariccia, per i tradizionali Esercizi spirituali. Al centro delle meditazioni, la Passione, morte e risurrezione di Gesù secondo Matteo: a guidarle sarà il padre francescano Giulio Michelini, 53 anni, milanese, docente presso l’Istituto teologico di Assisi. Antonella Palermo gli ha chiesto come abbia accolto questo incarico: 

R. – Devo dire la verità che, all’impronta, a chi mi ha presentato la cosa – uno dei collaboratori stretti di Papa Francesco – io ho reagito dicendo subito: “Bè, mi fido”. Ho parlato con chi mi aiuta, ogni tanto mi consiglio con il mio direttore spirituale, e lui mi ha detto così: “Guarda, padre Giulio, ma lo hai chiesto tu?”, e io ho detto: “Me ne sarei guardato bene!”. E poi mi ha detto: “Parla come se parlassi a uno dei discepoli di Cristo, come fai tu”. E questo mi ha rasserenato.

D. – Lei è uno specialista dell’evangelista Matteo e sarà proprio la Passione raccontata da Matteo a legare le sue meditazioni …

R. – Il Vangelo di Matteo è il Vangelo della Chiesa, cioè è quello che più di tutti valorizza la figura di Pietro; non soltanto è l’unico Vangelo che utilizzi la parola ecclesìa – Chiesa – due volte; ma è il Vangelo che più di tutti parla di Pietro. E quindi mi sembrava bello stare davanti a Pietro e parlare con lui del Vangelo che è il primo Vangelo o detto anche il “Vangelo ecclesiale” della Chiesa.

D. – Peraltro, più di una volta il Papa ha fatto riferimento a quella vocazione di Matteo che tanto ha inciso nella sua vita spirituale, nelle sue scelte: non è così?

R. – Ed è infatti un’idea importante perché in quella vocazione – come Papa Francesco ha notato – c’è lo sguardo di misericordia di Gesù. Ora, noi sappiamo che il Vangelo di Matteo, a guardare bene, è il Vangelo della misericordia. La parola éleos – misericordia – compare più volte nel Vangelo di Matteo che negli altri Vangeli. E quindi, anche se Luca è quello che, per esempio, ci racconta le parabole della misericordia, come quella del capitolo XV, la pecora smarrita, il figliol prodigo, la moneta ritrovata, però si deve dire che Matteo insiste su questo e il Papa si è identificato con lo sguardo di Gesù che chiama Pietro, perché è stato chiamato e gli è stata usata misericordia.

D. – In ultima battuta: queste sono meditazioni offerte alla Curia e al Papa. Ricordiamoci che il tempo degli Esercizi spirituali, almeno come li aveva pensati S. Ignazio di Loyola, è un tempo che ciascun cristiano dovrebbe ritagliarsi. All’inizio, ormai, della Quaresima che cosa può dirci a questo proposito? A cosa servono gli esercizi spirituali?

R. – Il problema è proprio questo, che nella nostra vita a volte noi andiamo avanti perché facciamo tante cose; forse ci fa bene fermarci sia durante la giornata sia in un tempo speciale come la Quaresima dove ci domandiamo: “Dove sto andando? Che cosa sto facendo? Perché lo sto facendo? Lo sto facendo bene? Chi mi guida? Mi guida lo Spirito? Mi guida il mio desiderio di successo? Mi guida il desiderio del potere, del denaro? Come vivo le mie relazioni?”. Forse potremmo dire: facciamo ogni giorno un bilancio, una verifica e la Quaresima, in fondo, è questo, perché ci si ferma. Ecco, io propongo un digiuno in particolare dalle cose che a volte ci distraggono e che sono – per esempio – il bombardamento mediatico, e su questo dovremmo stare molto attenti. Mentre stavamo facendo questa intervista mi sono arrivati, credo, cinque messaggi su whatsapp e adesso io sono costretto a guardarli! Davvero, a volte la quantità di informazioni, anche banali, che ci vengono addosso sono in fondo anche pericolose. Quindi questa è una forma di pausa un po’ per recuperare e fermarsi. Ne abbiamo veramente bisogno, soprattutto in questo tempo.








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