2017-02-18 07:54:00

Pakistan: cristiani vicini ai sufi dopo l'attentato al santuario


Giro di vite in Pakistan dopo la strage di giovedì scorso nel Santuario sufi a Sehwan, nella provincia del Sindh, costata la vita ad almeno 80 persone, tra le quali 20 bambini. L’attacco è stato rivendicato dal sedicente Stato islamico. Ce ne parla Sergio Centofanti:

Le Forze armate pakistane hanno annunciato l'uccisione di oltre 100 presunti terroristi in blitz effettuati in diverse zone del Paese dopo l’attentato. Le autorità hanno deciso di chiudere il confine con l'Afghanistan per motivi di sicurezza accusando Kabul di non fare nulla per impedire l’ingresso di estremisti nel Paese. Centinaia di civili afghani, anche malati, sono rimasti bloccati alla frontiera. Lo Stato islamico ha rivendicato l’attentato kamikaze nel tempio sufi dove i fedeli erano in preghiera.

La vicinanza dei cristiani ai sufi
La piccola minoranza cristiana in Pakistan si è detta sconvolta da questa ennesima strage che colpisce innocenti. La gente si sente vulnerabile – dice all’agenzia Fides padre Bernard, direttore del Seminario Santa Maria a Lahore – ed è arrabbiata con le istituzioni che non proteggono i cittadini. “Oggi sappiamo di essere tutti dei potenziali obiettivi – osserva - nessuno è escluso. Le vittime di questi ultimi attentati sono tutte musulmane, domani potrebbero essere cristiane, indù o sikh”.

Chi sono i sufi
I sufi seguono la via mistica dell’Islam per giungere a Dio, accorciano la distanza tra l’uomo e il Trascendente e per questo non sono visti di buon occhio sia dai sunniti che dagli sciiti. I sufi sono più aperti al dialogo. Un detto di un maestro sufi recita: “Quand'ero giovane ero un rivoluzionario che voleva cambiare il mondo. Ora che sono vecchio chiedo a Dio di cambiare me stesso. Se avessi pregato per questo fin dall'inizio non avrei sprecato la mia vita”.








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