2017-02-13 19:26:00

Direzione Pd: Renzi, si' al congresso


E’ il giorno della verità per il partito democratico. Nella direzione, il segretario Matteo Renzi ha detto si’ al congresso prima delle elezioni e poi ha ribadito: “io non voglio le scissioni, ma se scissione deve essere sia senza alibi”. Ma la minoranza continua ad accusare Renzi per la sua condotta autoreferenziale. Giampiero Guadagni:

Un ciclo si è chiuso. Matteo Renzi non rimette formalmente il mandato da segretario del Pd ma fa intuire la disponibilità alle dimissioni per anticipare il congresso del partito. Nessuna urgenza di andare al voto: il congresso, spiega, non si fa per decidere quando si fa alle elezioni politiche, serve invece per essere pronti quando ci sarà il voto. Ma chi perde il Congresso rispetti  l'esito, aggiunge l'ex premier che alla minoranza interna manda un altro messaggio: non voglio scissioni ma neanche ricatti morali.

Dopo la sconfitta al  referendum costituzionale del 4 dicembre, sostiene Renzi, le lancette della politica sono tornate indietro: ai caminetti, ai litigi senza proposte. Renzi riepiloga i suoi successi, a partire dal  40,8%. preso alle europee. E conferma stima e lealtà al ministro dell'Economia Padoan, frenando quel gruppo di deputati a lui vicini che giorni fa ha firmato la mozione anti-tasse. Il dibattito della direzione nazionale prosegue in un clima di grande tensione. Lo spettro della scissione prende più volte forma. Dalla minoranza del partito la richiesta di una linea e di una leadership nuove. Il governatore della Puglia Emiliano annuncia la propria candidatura alla segreteria. Bersani da parte sua ribadisce il no al congresso-lampo e prova a blindare il governo Gentiloni. E, alla vigilia della direzione del Pd, contro l'ipotesi di elezioni anticipate si è schierato anche l'ex premier Romani Prodi.








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