2017-02-10 12:07:00

Mattarella: Foibe espressione dell'orrore del '900


In Italia è il Giorno del ricordo delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata. Un modo per non dimenticare tutte le pulizie etniche e per ribadire il valore della pace. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato di “cicatrici” che fanno parte della storia del popolo italiano. Alessandro Guarasci:

Ancora oggi non si sa quante persone furono gettate nelle cavità del Carso dette foibe, ma si calcola non meno di 5 mila. Alla fine della Seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra, i partigiani di Tito nelle terre al confine tra Italia ed ex Jugoslavia, uccisero e fecero sparire migliaia di persone colpevoli di essere italiane, fasciste o contrarie al regime comunista. Il Capo dello Stato Sergio Mattarella definisce quanto avvenuto in quegli anni “orrore del Novecento”, il presidente del Senato Piero Grasso parla di ferite non ancora rimarginate. Per la presidente della Camera Laura Boldrini è essenziale ricordare:

“Ed è un contributo ai valori di libertà e di democrazia. Perché è proprio dei regimi totalitari il disprezzo per la vita umana e per i diritti delle persone: il disprezzo. E un Paese come il nostro, che ha sofferto sotto la dittatura fascista, che ha conosciuto l’eccidio delle foibe, non può non custodire gelosamente quei Valori che sono scritti a chiarissime lettere nella nostra Costituzione”.

Ancora oggi molti degli esuli istriani, fiumani, dalmati non hanno avuto giustizia, costretti a fuggire dalle loro terre nell’immediato dopoguerra nel timore di ritorsioni da parte dei partigiani di Tito. Il presidente di Federesuli Antonio Ballarin:

“Quando parliamo dell’esodo giuliano-dalmata, parliamo di una generazione italiana che venne via da quelle terre. E quando parliamo di questo, parliamo di tutta una serie di diritti negati: non negati settant’anni fa, ma che sono negati ancora oggi nell’Italia che stiamo vivendo adesso. Quindi, giustamente, nelle scuole si fanno lezioni di approfondimento sui diritti civili; e poi improvvisamente dicono: “Ma noi di questi diritti civili che voi, popolo dell’esodo giuliano-dalmata ancora soffrite, non ne sappiamo nulla”.

Per tanti anni dimenticati, gli esuli aspettano ancora un risarcimento materiale e morale.








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