2017-02-09 13:57:00

Summit internazionale in Vaticano: appello a fermare traffico organi


La determinazione a combattere il traffico di organi e di esseri umani ad esso collegato è stata assunta con una Dichiarazione dai partecipanti all’incontro conclusosi ieri alla Pontificia Accademia delle Scienze che per due giorni ha visto dialogare esperti del settore provenienti da diverse parti del mondo, sollecitati dalla richiesta di Papa Francesco di combattere il traffico di esseri umani e di organi in tutte le sue forme. Francesca Sabatinelli:

L’appello è a 360 gradi: ai governi, agli attori sanitari, alle autorità giudiziarie, a tutti coloro, comprese Organizzazioni internazionali, che possano contribuire alla eliminazione del fenomeno del traffico di organi e di esseri umani ad esso collegato. I partecipanti all’incontro in Vaticano hanno ribadito come all’origine di questo mercato vi siano da sempre la povertà, la disoccupazione, la mancanza di opportunità socio-economiche, tutto ciò che rende le persone vulnerabili, perché sono gli indigenti che diventano le vittime del traffico “costretti a vendere i loro organi alla disperata ricerca di una vita migliore”. Ma le vittime sono anche quei pazienti “disposti a pagare somme ingenti e a viaggiare in altri Paesi come turisti del trapianto, al fine di ottenere un organo che possa consentire loro di vivere". Chi rende possibile tutto questo, trascurando la dignità di esseri umani, sono broker e operatori sanitari senza scrupoli. Nonostante i progressi compiuti nella lotta al traffico di organi, ancora si registrano Paesi meta di turismo del trapianto. Di qui l’impegno a  perseguire queste pratiche illecite e immorali, anche in risposta alla “richiesta di Papa Francesco di combattere il traffico di esseri umani e di organi in tute le loro forme".

Ecco, quindi, che la dichiarazione chiama in causa tutte le nazioni affinché riconoscano come crimine il traffico di esseri umani a scopo di prelievo di organi e il traffico di organi, l’appello è anche ai leader religiosi. Mons. Marcelo Sanchez Sorondo, Cancelliere della Pontifica accademia delle scienze:

“Quello che è venuto fuori, naturalmente, è che dove i Paesi sono organizzati con buoni medici e con un sistema ospedaliero in cui si faciliti la pratica e la gente è abituata a donare gli organi, praticamente non c’è traffico, perché c’è disponibilità di organi. Invece, nei Paesi in cui non ci sono buoni medici e non c’è un sistema di ospedali o di enti per la cura dei malati e la gente non ha consapevolezza della possibilità di donare organi, naturalmente c’è il traffico di organi, nel senso che alla gente gli organi vengono tolti ... come se fossero schiavi. Quindi, la raccomandazione generale è che le comunità religiose, i leader religiosi, favoriscano la donazione di organi, in maniera che quando le persone muoiono lascino scritta nel testamento l’autorizzazione al prelievo degli organi. Allo stesso tempo si chiede che siano molto critici nei confronti del traffico di organi”.

Tra le varie raccomandazioni anche quella ai governi di istituire un quadro giuridico tale da fornire gli strumenti per prevenire e reprimere i reati legati ai trapianti e da proteggere le vittime indipendentmente dal luogo in cui sono stati commessi i crimini. L’appello, inoltre, è rivolto alle Nazioni Unite e a tutte le organizzazioni che dall’Onu dipendono, così come al Consiglio europeo. Si tratta di un grave fenomeno che ad oggi ancora non ha cifre globali e tantomeno una stima del movimento economico che vi è dietro. Ben vengano, quindi, iniziative come quella di questi due giorni in Vaticano, ancora mons. Sorondo:

“Io credo che, tutto sommato, la conclusione che possiamo trarre è che l’incontro sia stato molto positivo: è la prima volta che si traccia un bilancio generale del problema, in Italia; è la prima volta che si fa in Vaticano".








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