2017-02-08 13:50:00

Appello docenti universitari. Lo scadimento è generale


"Sono almeno vent'anni che denunciamo il fatto che dalla scuola media arrivano alle superiori ragazzi che non hanno pratica di analisi logica e grammaticale. Si procede un po’ a tentoni sul mito dell’analisi testuale smarrendo il senso complessivo dell’approccio alla letteratura. Ci si concentra su una serie di microsaperi spezzettati che alla fine non riusciamo più a rendere capaci i ragazzi di comunicare". Pier Paolo Giannubilo, giovane scrittore e insegnante di Lettere nel Liceo Scientifico di Campobasso, commenta l'iniziativa di 600 docenti universitari, accademici della Crusca, storici, filosofi, economisti in cui si denuncia lo stato di impreparazione a livello di italiano scritto e parlato degli studenti in università e in cui si richiedono interventi urgenti da parte di Governo e Parlamento

Scadimento generale

"Io di biennio in bienno continuo a registrare uno scadimento a tutto tondo", riprende Giannubilo. "Ricordo come se fosse un’altra era geologica quella in cui cominciai ad insegnare, vent’anni fa". Il problema è che si legge poco?: "Le iniziative di promozione alla lettura restano delle toppe. Si tratta di interventi a macchia di leopardo affidati alla buona volontà degli operatori sul campo, ma non risolutivi. Lo scadimento è a livello della politica e dei suoi rappresentanti, della qualità del sistema di informazione, dei social - che non demonizzo e, anzi, sui quali sono molto attivo interagendo anche con i miei studenti - dove vedo una specie di gara all’approssimazione". Se questi sono i modelli, lei dice, non c'è da aspettarsi molto dai più giovani? "E' che c’è in generale una mancanza di idea di società, di futuro, uno scopo. La molla dell’agire umano penso sia sempre stata la speranza che le cose cambino. Ciò che registro, anche tra gli adulti, è il disincanto, una rassegnazione ad una realtà che pare immodificabile. Di qui l’atteggiamento di deresponsabilizzazione dei ragazzi che si riflette anche nella pigrizia ad apprendere le regole di base del parlare e dello scrivere".

"Se un bambino non sa leggere in terza elementare, ci sono evidenti responsabilità che attengono a tutto il sistema formativo e scolastico italiano. Per il resto la scuola ce la metta tutta, ma fatico a pensare come i ragazzi possano trovare una bussola", commenta ancora l'insegnante aggiungendo che la estrema semplificazione del sistema universitario ha penalizzato ulteriormente la situazione. Alternative? "Dobbiamo formare uomini e donne, cittadini, non essere preoccupati di sfornare persone che facciano mozzarelle. E arriva a proporre "una controrivoluzione conservatrice. E' che ci vuole rigore. Se chiediamo di meno, perché un ragazzo dovrebbe sentire di essere stimolato a fare di più?". 








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