Un giudice federale di Seattle ha bloccato temporaneamente su base nazionale le restrizioni introdotte dal presidente degli Stati Uniti circa l'ingresso negli Usa di cittadini provenienti da 7 Paesi a maggioranza musulmana. Trump gela Israele sugli insediamenti ebraici in Cisgiordania. Sentiamo Roberto Piermarini:
“Nessuno è sopra la legge, nemmeno il Presidente degli Stati Uniti. Questo dimostra
-
secondo il procuratore generale dello Stato di Washington, il magistrato James Robart
- la decisione presa da un giudice di bloccare temporaneamente ma a livello nazionale,
il provvedimento con cui il Presidente Trump, ha introdotto restrizioni all'ingresso
negli Stati Uniti per chi proviene da 7 Paesi a maggioranza musulmana. Il Dipartimento
di Giustizia farà ricorso. La decisione è stata appena annunciata e non è quindi ancora
chiaro quali saranno le conseguenze immediate alla frontiera e in particolare negli
aeroporti. Intanto torna a farsi viva anche al Qaeda che di fatto ringrazia il neo
inquilino della Casa Bianca "per aver riacceso la fiamma del Jihad e accusa Trump
di non voler solo "sradicare il terrorismo islamico" ma in realtà "punta a "colpire
tutti i musulmani”. Molto attiva la Casa Bianca sul fronte estero: il Dipartimento
al tesoro ha dato il via libera a nuove sanzioni contro l'Iran per reagire al test
missilistico di Teheran della scorsa settimana. A 10 giorni dalla visita di Benyamin
Netanyahu, Trump gela Israele dicendo che ''la costruzione di nuovi insediamenti o
l'ampliamento di quelli esistenti potrebbe non aiutare il raggiungimento della pace
con i palestinesi''. Infine il portavoce Sean Spicer ha anche annunciato una revisione
delle politiche verso Cuba.
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