2017-02-04 14:44:00

Giornata contro spreco alimentare: non rubare il cibo ai poveri


Questa domenica ricorre in Italia la Giornata di prevenzione dello spreco alimentare. “Sprecare cibo” - afferma Papa Francesco - è “negarlo ai poveri”, si tratta – sottolinea – non solo di “un’ingiustizia”, ma “di più: è un peccato”. Nel mondo si spreca circa un terzo degli alimenti che si producono. Un fenomeno che purtroppo interessa anche gli italiani. Alessandro Guarasci:

Di cibo almeno in Occidente se ne mangia e se ne butta troppo. Basta dire che lo spreco di alimenti in Italia ha un costo di 360 euro all’anno per ogni famiglia. Poi, tra perdite in campo, sprechi dell’industria e della distribuzione arriviamo a oltre 15 miliardi. La Fondazione Enpam a marzo a Roma metterà in campo tutta una serie di iniziative per sensibilizzare su questo tema. Il presidente Alberto Oliveti:

“Sappiamo che la dieta alimentare è importante e che la dieta mediterranea, tra le diete alimentari, è quella che dimostra una sua efficacia scientifica. Si basa su frutta, verdura, cereali e legumi e verdure. Il fatto che la componente di spreco interessi soprattutto questi cibi, soprattutto i cibi freschi e quindi più facilmente deperibili come frutta e verdura, ci deve far pensare”.

Un anno fa le Acli della Capitale hanno lanciato il progetto "il pane A Chi Serve 2.0". Così sono stati così recuperati quasi 48mila kg di pane non venduto ma ancora buono da consumare, per un valore di 135mila euro circa. Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma:

“Noi recuperiamo il pane del giorno prima: ancora buono da mangiare, ma non più buono da vendere. Questo pane arriva alle mense degli indigenti, vengono messe in gioco associazioni come le Acli, Caritas, Centro Astalli, Croce Rossa, Sant’Egidio; ma anche poi le istituzioni dei Municipi. C’è veramente un circuito virtuoso, che raggiunge più obiettivi nel contempo: il primo è, appunto, quello di contrastare lo spreco, ma ancora prima di educare a prevenirlo, perché facciamo diverse azioni nelle scuole per prevenire proprio lo spreco; poi aiuta anche a sostenere i poveri; e ancora costruisce legami di solidarietà nel territorio”.

Secondo l’associazione Waste Watcher un italiano su cinque mette già in atto comportamenti virtuosi per evitare lo spreco. La crisi economica ha dato una maggiore consapevolezza del problema, ma ci sono anche altri risvolti. Ancora il presidente dell’Enpam Oliveti:

“Da un lato la crisi implica necessariamente una virtù nell’ambito dello spreco, dall’altro però la crisi porta anche ad un abbassamento della possibilità di acquisire cibi freschi, ovviamente per il prezzo. Quindi sposta l’asse dell’investimento alimentare più su cibi a lunga conservazione”.

Ma dare cibo vuol dire dare anche vicinanza, empatia. La Caritas di Roma ne sa qualcosa con i suoi Centri di assistenza sparsi in tutta la città. Il direttore don Enrico Feroci:

“A me sembra che quello che è più importante è stare vicino alle persone: attraverso quel piatto di minestra oppure attraverso quel pane che io do, io creo una relazione con quella persona e molte di queste persone hanno bisogno di sentirsi accettate, ascoltate. E quando i professori a scuola dicono: ‘Non buttare il panino o la brioche che hai, perché potrebbe essere utile’, si crea una cultura di attenzione all’altro. Se cresce questa cultura, non ci sarà lo spreco e ci sarà l’attenzione all’altro”.








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