2017-02-02 13:48:00

Romania: 200 mila in piazza contro la legge salvacorrotti


Forti rischi di destabilizzazione in Romania. Ieri oltre 200 mila persone hanno nuovamente manifestato a Bucarest e in altre città, per protestare contro il governo del socialdemocratico Sorin Grindeanu, che ha varato una serie di misure che di fatto depenalizzano reati legati al fenomeno della corruzione, come l’abuso di ufficio e il favoreggiamento. In diverse piazze si sono registrati tafferugli. Il servizio di Giancarlo La Vella:

In Romania manifestazioni del genere non si vedevano dal 1989. Allora il grido popolare fu uno schiaffo al governo comunista di Nicolae Ceausescu. Il regime, una volta graniticamente assolutista, una delle stampelle dell’Unione Sovietica, cadde miseramente. Di lì a poco anche Mosca avrebbe subito la stessa sorte. Lo stesso Ceausescu, insieme alla consorte, finì drammaticamente i suoi giorni dopo una discussa esecuzione a conclusione di un processo sommario. Oggi il clima è ben diverso. Una cittadinanza più matura, in uno Stato democratico, che si confronta con l’Unione Europea, di cui fa parte dal 2007, chiede oggi al governo di dimettersi o di fare marcia indietro sulla legge impopolare cosiddetta “salvacorrotti”. Un’iniziativa, questa dell’esecutivo, che rischia di tracciare un solco incolmabile nel rapporto di fiducia che deve necessariamente esistere tra il popolo e le sue istituzioni. Sui motivi della mobilitazione di massa, sentiamo la giornalista rumena, Mihaela Iordache:

R. – Proprio per le decisioni che il governo stesso ha preso. Mi riferisco ad un’ordinanza che è stata adottata con molta fretta dal governo di Sorin Grideanu  con la quale, in pratica, si salvano i corrotti. Il governo ha modificato i codici penali dando così onda verde ai politici di eludere procedimenti penali. Coloro che sono scesi in piazza vogliono difendere la giustizia; chiamano in causa e chiedono l’aiuto dell’Unione Europea proprio perché in Romania la lotta contro la corruzione possa continuare.

D. - In quale fase della vita politica e sociale rumena si inserisce questa protesta?

R. - A dicembre ci sono state le elezioni politiche in Romania. Dopo lo scrutinio, il Partito socialdemocratico guidato da Liviu Dragnea - lui stesso ha problemi con la giustizia -, è riuscito a vincere le elezioni politiche con quasi 45 percento dei voti. C’è da aggiungere che l’affluenza al voto a dicembre  - solo il 40 percento degli aventi diritto - è stata la più bassa mai registrata in Romania. Infatti molti di quelli che non hanno votato a dicembre, ora sono in piazza.

Da Bruxelles si guarda con attenzione a quanto sta avvenendo in Romania. La Commissione Europea ha lanciato un duro monito al governo di Bucarest, esortandolo a rafforzare la lotta alla corruzione con la minaccia di bloccare il dossier per l’accesso della Romania nell’area Schengen. Ma le manifestazioni popolari rischiano di innescare conseguenze più gravi in questo momento per la Romania? Ancora Mihaela Iordache:

R. - La Romania è un partner dell’Unione Europea molto solido. Negli ultimi anni ha fatto progressi nella lotta alla corruzione che sono stati riconosciuti da Bruxelles. Non è nell’interesse della Romania questa instabilità. È il Paese che registra la crescita economica annua più alta! Nessuno ha intenzione di rischiare qualcosa di grave.








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