2017-01-28 08:05:00

Trump: stop migranti da 7 Paesi musulmani. Turkson: muro preoccupa


Il presidente statunitense Trump ha firmato il decreto che blocca gli ingressi nel Paese da 7 Stati musulmani. La decisione vuole arginare il rischio terrorismo. Il capo della Casa Bianca ha invece fatto un passo indietro sulla questione tortura e dato pieno appoggio alla premier britannica May per la Brexit. Massimiliano Menichetti:

Sospeso per 3 mesi l'ingresso negli Stati Uniti per chi viene da Iran, Libia, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen e Siria. Lo ha deciso il presidente Donald Trump con lo scopo di limitare il rischio terrorismo. L’ordine esecutivo che ha firmato prevede anche la sospensione per 120 giorni del programma d'ammissione di tutti i rifugiati e, fino a ulteriore comunicazione, l'arrivo di quelli siriani, perché - scrive -  il “loro ingresso è dannoso” per il Paese. Dimezzato poi il programma di accoglienza nel suo complesso, saranno cinquantamila e non centomila il numero degli altri rifugiati che gli Usa prevedono di accettare quest'anno, la priorità sarà data a chi è perseguitato per motivi religiosi.

L'incontro Trump-May
Una giornata quella di ieri che ha visto anche la conferenza stampa congiunta del capo della Casa Bianca e della premier britannica Theresa May che ha detto: “Dobbiamo ridare prosperità ai nostri popoli”. Rinsaldando l’antico legame tra i due Paesi, Trump ha appoggiato la Brexit sottolineando che sarà “una cosa fantastica per la Gran Bretagna”. In quel contesto il presidente americano ha fatto un passo indietro sulla questione tortura, evidenziando che sarà il capo del Pentagono a decidere, spiegando che l'ex generale James Mattis ha detto di “non credere” in questa pratica. 

Telefonata Trump-Peña Nieto
Ieri anche la telefonata di circa un’ora tra Trump e il presidente del Messico Peña Nieto. Ribadito l’impegno comune nella lotta al narcotraffico e traffico illegale di armi. Sulla questione del muro rimangono le divergenze - informa la Casa Bianca - ma anche la ricerca di soluzioni comuni. 

Turkson: prolungamento muro è segnale preoccupante
Intanto anche il cardinale Peter Turkson, presidente del Dicastero per la promozione dello sviluppo umano integrale, si unisce alle preoccupazioni espresse dai vescovi statunitensi e messicani per l’allungamento della barriera tra i due Paesi, augurandosi che altri Stati, non seguano questo esempio.








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