2017-01-27 12:56:00

Jurkovič all'Oms: al bando traffico di organi e turismo dei trapianti


“Mai nessuna vita o persona umana sia trattata come un oggetto da manipolare o  come merce “usa e getta”. Ha citato san Giovanni Paolo II, ieri l’arcivescovo Ivan Jurkovič, Osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu e le altre organizzazioni internazionali di Ginevra,  intervenendo nella città elvetica  al 140.mo  incontro del Consiglio esecutivo dell’Oms sul tema “Principi per un consenso globale alla donazione e alla gestione del sangue e dei prodotti medici di origine umana”. “Di fronte alle iniquità costituite dallo sfruttamento e dal traffico degli organi umani – è stato l’appello - i governi dovrebbero assumersi la responsabilità di promuovere e preservare gli standard necessari per garantire l'equità nelle pratiche di donazione e accesso al sangue e ai prodotti medici di origine umana.

I governi mettano al bando il traffico di organi e il turismo dei trapianti
Rimarcando la necessità di una convergenza internazionale sui principi che tutelano sia la dignità dei donatori e che la salute e la sicurezza di tutti i malati, il presule ha quindi ricordato l’appuntamento promosso il 7 e l’8 febbraio prossimi in Vaticano dalla Pontificia Accademia delle Scienze sul tema del Traffico di Organi e Turismo dei trapianti con l’obbiettivo di esaminare tali piaghe e chiedere alle autorità internazionali di lavorare per una loro risolutiva messa al bando ed eradicazione

Ricordato l’appello del Papa a porre fine all’esclusione sociale
L’Osservatore Permanente della Santa Sede ha quindi fatto presente l’esortazione di Papa Francesco ai leader mondiali affinché compiano passi concreti e costanti per porre fine al fenomeno dell’esclusione sociale ed economica e alle sue nefaste conseguenze, prime fra tutti il traffico di esseri umani e il mercato di tessuti e organi umani. Fondamentale quindi tutelare le persone che non hanno accesso alle necessarie medicine di origine umana, ma allo stesso modo è prioritario contrastare lo sfruttamento degli esseri umani, appartenenti spesso ai gruppi sociali più svantaggiati e vulnerabili.

Promuovere la responsabilità dell’amore e della carità
Necessario anche promuovere e preservare  alti standard di cure mediche, garantire una disponibilità affidabile ed un’equità nelle pratiche di donazione e accesso ai prodotto medici di origine umana, tutelare la riservatezza delle persone coinvolte e proteggere i soggetti coinvolti dai rischi fisici e psicosociali derivanti da tali pratiche. “Ancora più importante – conclude – mons. Jurkovič – è forse la necessità di riconoscere e promuovere” quella che Benedetto XVI ha definito “la responsabilità dell'amore e della carità, che impegna a fare della propria vita un dono per gli altri, se si desidera davvero realizzare se stessi”.  (A cura di Paolo Ondarza)








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