I vescovi della Croazia e della Bosnia ed Erzegovina si sono riuniti nella loro 19.ma Assemblea congiunta, ospitata a Zagabria. L’incontro – riferisce una nota della Conferenza episcopale croata – è stato presieduto da mons. Želimir Puljić, presidente dei vescovi croati, e dal card. Vinko Puljić, omologo per la Bosnia ed Erzegovina. Tramite il nunzio apostolico in Croazia, l’arcivescovo Alessandro D’Errico, ai partecipanti è giunto inoltre il saluto e la benedizione di Papa Francesco.
I fedeli emigrati non dimentichino la loro patria
Numerosi in temi in agenda: in primo luogo, ci si è soffermati sui fedeli originari
di entrambi i Paesi ed emigrati altrove, che sono stati esortati a non dimenticare
la loro patria e a dare “una coraggiosa testimonianza della fede in Dio e della fedeltà
alla Chiesa cattolica là dove hanno costruito una nuova casa”. Al contempo, i presuli
hanno espresso apprezzamento e gratitudine per i “numerosi sacerdoti, religiosi e
operatori pastorali che proclamano il Vangelo in tante parti del mondo”.
Sostenere le comunità più in difficoltà
In secondo luogo, l’Assemblea congiunta ha riflettuto sull’operato della Caritas in
Croazia e in Bosnia ed Erzegovina, ricordando alcune iniziative particolarmente significative
come la “Domenica della solidarietà” grazie alla quale numerose parrocchie hanno sostenuto
comunità con pochi fedeli o distrutte dal conflitto nei Balcani, dimostrando “il desiderio
della Chiesa di sopravvivere e di vivere con dignità” anche là dove tante popolazioni
sono state costrette ad emigrare.
Rafforzare i legami spirituali
“I vescovi – si legge nella nota – esortano i fedeli a provvedere al sostentamento
dei più deboli e dei più bisognosi, come già avvenuto in tempo di guerra, ed a perseverare
in questo compito anche in tempo di pace affinché i legami reciproci divengano una
vera benedizione per chi dà e per chi riceve”. In particolare, i presuli raccomandano
il rafforzamento di “legami spirituali e di preghiera che contribuiscono al miglioramento
della Chiesa e della società”.
Avviare beatificazione per i martiri dei sistemi totalitari
Un’ulteriore riflessione i presuli l’hanno dedicata al ritrovamento dei martiri di
entrambi i Paesi “che hanno donato la loro vita per amore della fede e per i quali
dovrebbe essere possibile avviare la causa di beatificazione”. Nello specifico, si
è deciso di “trasmettere le aspettative dei vescovi ai funzionari governativi croati
per quanto riguarda le misure da adottare per indagare sulle vittime dei sistemi totalitari”.
Serve collaborazione per missione, educazione, ecumenismo
Infine, sempre nell’ottica di un operato congiunto, le Chiese di ambedue le nazioni
hanno evidenziato la necessità di “una fruttuosa collaborazione” in ambito missionario,
nel settore “scolastico educativo” e in una possibile “campagna congiunta nell’area
dell’ecumenismo e del dialogo”. (I.P.)
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