2017-01-25 10:45:00

Mons. Dal Toso: abbiamo portato ad Aleppo la vicinanza del Papa


“La popolazione di Aleppo spera ed intravede la pace”. Così il segretario delegato del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, mons. Giampietro Dal Toso, rientrato a Roma dalla Siria. La delegazione della Santa Sede, inviata dal Papa dal 18 al 23 gennaio, ha  visitato i campi profughi, incontrato le comunità cristiane e i rappresentanti dell’Islam. Ribadita la responsabilità delle religioni nell’educare alla pace e alla riconciliazione. Era presente nella Delegazione anche il nunzio a Damasco, il card. Mario Zenari. Hélène Destombes ha intervistato lo stesso mons. Dal Toso:

R. – Il significato del viaggio è certamente quello di rendere presente il Santo Padre e la sua preoccupazione per queste comunità, che hanno sofferto tanto nel corso degli ultimi anni: comunità cristiane e comunità musulmane, perché la sofferenza non conosce appartenenze culturali o religiose. L’intenzione della Chiesa, che si è appunto manifestata anche attraverso questa visita, è quella di poter aiutare tutti, di poter contribuire attraverso la nostra azione a diversi livelli - e quindi l’azione caritativa, l’azione educativa, l’azione in campo sanitario - e attraverso tutte queste attività di poter alleviare le sofferenze di queste popolazioni e soprattutto di incamminarci anche verso un futuro migliore.

D. – Fino a poco tempo fa la città di Aleppo era divisa in due: come vive oggi la popolazione, insieme, in questa Aleppo che presenta un nuovo volto?

R. – Evidentemente la popolazione ha sofferto molto la divisione, i bombardamenti di questo periodo e le violenze che si sono sommate in questi anni da una parte e dall’altra: purtroppo la guerra non conosce frontiere e da una parta e dall’altra ci sono state violenze. Adesso la popolazione – con la cessazione delle ostilità in città – si è chiaramente rimessa in moto e soprattutto intravede in qualche misura – speriamo presto – anche un futuro di pace. Peraltro si notava anche che c’è realmente un lento risveglio – e questo lo posso dire con certezza – per le tante istituzioni cattoliche, che stanno avviando programmi per aiutare la popolazione, sia le comunità cristiane sia le comunità musulmane.

D. – Avete incontrato, durante questa visita ad Aleppo, i leader musulmani: qual è stato il senso di questo scambio?

R. – Sì. Abbiamo incontrato il muftì di Aleppo e abbiamo anche fatto una visita alla Grande Moschea di Aleppo, che è stata in parte distrutta: il minareto è stato fatto saltare durante questi anni di occupazione da parte di fazioni ribelli… Chiaramente tutti hanno colto il significato della visita nel senso della vicinanza del Santo Padre per la città e per tutta la Siria.








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