2017-01-24 15:51:00

Corte suprema britannica gela premier: su Brexit voti il Parlamento


"Delusione ma rispetto per la decisione": così, in sintesi il ministro per la Brexit, David Davis, dopo la sentenza della Corte Suprema britannica la quale ha confermato che dovrà essere il Parlamento ad autorizzare la procedura di distacco dall’Ue. L’esecutivo ha annunciato che presenterà a giorni una legge per avviare i negoziati con Bruxelles, nel rispetto della volontà popolare di uscire dall'Ue sancita dal referendum del giugno scorso. Massimiliano Menichetti:

Il governo di Londra “è deluso” dalla sentenza della Corte Suprema che ha stabilito, con il voto di otto giudici su tre, che sarà necessario attendere il pronunciamento della Camera dei Comuni e quella dei Lord per dare avvio alla Brexit. La decisione della massima istanza giudiziaria britannica, ha dunque bocciato il ricorso che era stato presentato dal governo di Theresa May contro una sentenza precedente che lo obbligava a consultare i deputati, prima di invocare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona che dà avvio ai negoziati. I magistrati hanno anche stabilito che il governo britannico non dovrà consultare le assemblee di Scozia, Galles e Irlanda del Nord. L’economista Francesco Carlà:

R. – Probabilmente, in un certo senso, è una decisione attesa, perché ognuno sta facendo la sua parte: la Corte Suprema fa la parte giuridica… Però, a quanto pare, il governo inglese sembra piuttosto fiducioso di riuscire ad ottenere la conferma dal Parlamento.

D. – Potrebbe essere bloccato il percorso della Brexit?

R. – Potrebbe essere in linea teorica proprio bloccato, se ci dovesse essere incertezza, perché si deve esprimere il Parlamento, quindi sia i Comuni che i Lords … Però a quanto pare si dovrebbe riuscire a trovare una maggioranza e poi sembrano esclusi i problemi legati ad altri pezzi del Regno Unito: la Scozia, l’Ulster e il Galles.

D. – Adesso la premier dovrà tornare in Parlamento per chiedere una autorizzazione. Su questo punto l’esecutivo dice: “Ciò che noi dobbiamo ottenere è una autorizzazione ad agire, ma in realtà il Paese ha già deciso ‘Si deve uscire!’”. Una frase formale o sostanziale?

R. – Io credo che l’indicazione del governo sia in senso anche giuridico sostanziale. Questa frase vuole dire: “Il popolo che si esprime direttamente è superiore al popolo del Parlamento”.

D. – Queste situazioni che Europa ci raccontano?

R. – Ci raccontano, forse, un’Europa debole; ma, nello stesso tempo, anche un’Europa che vuole fortemente che siano discusse – anche a livello popolare – istituzioni giuridiche e democratiche che comunque hanno già la loro storia. Stiamo parlando, in questo caso, della più antica democrazia d’Europa.

D. – Quindi, secondo lei, qual è lo scenario?

R. – Io credo che in questo momento il vero nemico della Brexit sia soprattutto il tempo: in questo caso - per esempio - Theresa May ha davanti un paio di mesi in cui deve fare tante cose per avvalersi dell’Art. 50 del Trattato entro la fine di marzo. 

 








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