Nel fine settimana la Chiesa indiana ha celebrato la giornata di preghiera per la liberazione di padre Tom Uzhunnalil, il 55enne missionario salesiano originario del Kerala, rapito nel marzo scorso in Yemen. All’iniziativa hanno aderito anche personalità cristiane del Paese, come il rev. Thomas Jacob, della Chiesa di Santo Stefano (Church of North India, Cni) a Bandra, nello Stato del Maharashtra. Secondo il motto “che siano tutti uno” [Giovanni 17;21], la comunità protestante locale si è unita ai cattolici accogliendo l’invito alla preghiera dei vescovi. “Abbiamo pregato perché padre Tom Uzhunnalil possa essere presto libero e al sicuro” ha sottolineato all'agenzia AsiaNews il rev. Thomas Jacob. “Possa Dio garantirgli la salute. Noi preghiamo - aggiunge il leader protestante - perché possa tornare a casa presto e in tutta sicurezza. Preghiamo anche per i suoi rapitori, per un cambio dei loro cuori e la loro trasformazione”.
Nel video padre Tom chiede di aver bisogno di cure mediche
Dopo mesi di silenzio, a fine dicembre è emerso un video di padre Tom Uzhunnalil,
rilanciato in rete, nel quale il sacerdote declina le proprie generalità e afferma
di “aver bisogno urgente di cure mediche in ospedale”. Leggendo un testo preparato
in precedenza, egli avverte che i suoi rapitori hanno cercato a più riprese di contattare
il governo indiano, il Presidente e il Primo Ministro “invano” e “nulla è stato fatto”
per la liberazione. Dal 4 marzo scorso padre Tom Uzhunnalil è nelle mani del gruppo
jihadista, con tutta probabilità legato allo Stato islamico, che ha assaltato una
casa di riposo per malati e anziani delle missionarie della Carità ad Aden, nel sud
dello Yemen. Nell’attacco sono state massacrate quattro suore di Madre Teresa e altre
12 persone, presenti all’interno della struttura.
La Giornata di preghiera indetta dalla Chiesa indiana
Indetta dalla Conferenza episcopale indiana, su richiesta del presidente dei vescovi
card. Baselios Cleemis, la Giornata si è tenuta il 21 e il 22 gennaio a seconda delle
attività delle singole diocesi. La diocesi di Kohima, capitale dello Stato federato
di Nagaland, ha celebrato ieri la giornata di preghiera. In una nota p. Thomas Toretkiu,
segretario del vescovo, sottolinea che la Chiesa indiana è “preoccupata e afflitta
per la sorte di padre Tom”. Da qui l’appello al Primo Ministro, al ministro degli
Esteri e alle massime autorità del governo indiano, perché facciano tutto il possibile
per assicurare il rilascio di un “prete generoso e altruista”.
L’angoscia e la preghiera” con cui si aspetta la notizia del “rilascio”
del missionario
Centinaia di persone hanno aderito alla speciale preghiera, seguita da una fiaccolata,
organizzata dalla cattedrale di Santa Maria a Trivandrum (Kerala) il 21 gennaio. Una
iniziativa promossa in risposta all’appello lanciato dal presidente Cbci, il card
Baselios Cleemis, che ha ricordato “l’angoscia e la preghiera” con cui si aspetta
la notizia del “rilascio” del missionario, da oltre 10 mesi nelle mani dei suoi sequestratori.
(N.C.)
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