Senso di responsabilità
“Sento il peso della responsabilità, rispetto alle
cose straordinarie che il mio predecessore, il prof. Paolucci, ha fatto in questi
anni, ma non sono per questo intimorita. Siamo generazionalmente diversi: io mi auguro
di portare avanti le ottime iniziative della sua direzione e dare nuovo impulso ai
Musei attraverso le mie idee e gli stimoli che ricevo dai miei collaboratori”.
Barbara Jatta, dal 1° gennaio scorso nuovo direttore dei Musei Vaticani,
ospite della Radio Vaticana, racconta con quali idee e obiettivi ha assunto il prestigioso
incarico.
L’eredità di Paolucci
“Non c’è dubbio che negli ultimi nove anni, il grande
lavoro che Antonio Paolucci ha svolto, anche sotto il profilo del rapporto con i media,
sul territorio nazionale ma anche dal punto di vista internazionale, è stato determinante
per far registrare il netto aumento dei visitatori dei Musei Vaticani. Ma va anche
sottolineata – spiega la Jatta - la grande attività gestionale e amministrativa che
mons. Paolo Nicolini ha svolto in termini di organizzazione materiale di un’istituzione
così complessa. Non c’è solo l’attività scientifica e progettuale storico-artistica,
ma c’è tutta un’attività organizzativa che è necessaria in un grande museo internazionale
come il nostro”.
Dialogo e attenzione agli ultimi
“Sento la responsabilità anche morale e spirituale
del mio incarico”, spiega il nuovo direttore. “Avrò un’attenzione costante al rapporto
tra arte e fede nella scelta dei progetti, ma anche nella stessa vita quotidiana dei
dipendenti e dei visitatori dei Musei”. “Anche un’istituzione culturale come
i Musei Vaticani può declinare la sua vocazione sul piano dell’attenzione ai più bisognosi
e su quello del dialogo interculturale. Noi abbiamo da tempo ingressi agevolati
per le persone disabili, abbiamo tutta un’attività didattica verso gli ipovedenti
o le persone con altre disabilità. Sul piano del dialogo ecumenico, stiamo ospitando
per la prima volta in Vaticano una mostra dedicata a Rembrandt: acqueforti, puntesecche
e incisioni straordinarie dell’artista protestante olandese. Un’iniziativa nata in
seguito del viaggio del Papa a Lund. Sul fronte del dialogo interreligioso, a maggio,
con il Museo ebraico di Roma, stiamo progettando una mostra sulla Menorah, il candelabro
simbolo dell’ebraismo, che verrà allestita nel Braccio di Carlo Magno, quindi nel
cuore del Vaticano”.
Non più spazi elitari
“I Musei sono luoghi nati come spazi elitari di fruizione
dell’arte da parte, appunto, di élite aristocratiche o ecclesiastiche. Ma oggi, per
fortuna, sono diventati luoghi dove giungono milioni di visitatori. E questo è un
aspetto molto importante: proprio l’apertura, lunedì 23 gennaio, del nostro nuovo
sito web, va in questa direzione. Vogliamo arrivare nelle case, nei computer,
di tutto il mondo, ma non solo con la nostra offerta turistica. Anche offrendo
ciò che noi siamo, le opere che conserviamo, le nostre straordinarie collezioni. E
anche la nostra attività didattica, che forniamo sia all’interno dei Musei, sia proprio
attraverso il nostro sito internet che permette la conoscenza delle opere”.
Un museo anche digitale
“Io vengo da una realtà molto informatizzata come
la Biblioteca Apostolica Vaticana e voglio proseguire in questa direzione anche nel
mio nuovo incarico. Sappiamo tutti che le biblioteche sono state tra le prime istituzioni
culturali ad abbracciare internet come mezzo di conoscenza e di comunicazione. Il
lancio del nuovo sito dei Musei va in questa direzione, ma anche il processo d’informatizzazione
delle nostre fotografie, attraverso un e-commerce che abbia un obiettivo culturale
e non solo commerciale. E infine punto a implementare l’informatizzazione
anche della vendita dei biglietti per evitare le lunghe file, fuori dai Musei, che
grazie a questa strategia stanno riducendosi”.
All the contents on this site are copyrighted ©. |