2017-01-20 14:51:00

Musei Vaticani, Jatta: più digitali per aprirsi al mondo


Senso di responsabilità 
“Sento il peso della responsabilità, rispetto alle cose straordinarie che il mio predecessore, il prof. Paolucci, ha fatto in questi anni, ma non sono per questo intimorita. Siamo generazionalmente diversi: io mi auguro di portare avanti le ottime iniziative della sua direzione e dare nuovo impulso ai Musei attraverso le mie idee e gli stimoli che ricevo dai miei collaboratori”. Barbara Jatta, dal 1° gennaio scorso nuovo direttore dei Musei Vaticani, ospite della Radio Vaticana, racconta con quali idee e obiettivi ha assunto il prestigioso incarico. 

L’eredità di Paolucci
“Non c’è dubbio che negli ultimi nove anni, il grande lavoro che Antonio Paolucci ha svolto, anche sotto il profilo del rapporto con i media, sul territorio nazionale ma anche dal punto di vista internazionale, è stato determinante per far registrare il netto aumento dei visitatori dei Musei Vaticani. Ma va anche sottolineata – spiega la Jatta - la grande attività gestionale e amministrativa che mons. Paolo Nicolini ha svolto in termini di organizzazione materiale di un’istituzione così complessa. Non c’è solo l’attività scientifica e progettuale storico-artistica, ma c’è tutta un’attività organizzativa che è necessaria in un grande museo internazionale come il nostro”.

Dialogo e attenzione agli ultimi 
“Sento la responsabilità anche morale e spirituale del mio incarico”, spiega il nuovo direttore. “Avrò un’attenzione costante al rapporto tra arte e fede nella scelta dei progetti, ma anche nella stessa vita quotidiana dei dipendenti e dei visitatori dei Musei”. “Anche un’istituzione culturale come i Musei Vaticani può declinare la sua vocazione sul piano dell’attenzione ai più bisognosi e su quello del dialogo interculturale. Noi abbiamo da tempo ingressi agevolati per le persone disabili, abbiamo tutta un’attività didattica verso gli ipovedenti o le persone con altre disabilità. Sul piano del dialogo ecumenico, stiamo ospitando per la prima volta in Vaticano una mostra dedicata a Rembrandt: acqueforti, puntesecche e incisioni straordinarie dell’artista protestante olandese. Un’iniziativa nata in seguito del viaggio del Papa a Lund. Sul fronte del dialogo interreligioso, a maggio, con il Museo ebraico di Roma, stiamo progettando una mostra sulla Menorah, il candelabro simbolo dell’ebraismo, che verrà allestita nel Braccio di Carlo Magno, quindi nel cuore del Vaticano”.

Non più spazi elitari 
“I Musei sono luoghi nati come spazi elitari di fruizione dell’arte da parte, appunto, di élite aristocratiche o ecclesiastiche. Ma oggi, per fortuna, sono diventati luoghi dove giungono milioni di visitatori. E questo è un aspetto molto importante: proprio l’apertura, lunedì 23 gennaio, del nostro nuovo sito web, va in questa direzione. Vogliamo arrivare nelle case, nei computer, di tutto il mondo, ma non solo con la nostra offerta turistica. Anche offrendo ciò che noi siamo, le opere che conserviamo, le nostre straordinarie collezioni. E anche la nostra attività didattica, che forniamo sia all’interno dei Musei, sia proprio attraverso il nostro sito internet che permette la conoscenza delle opere”.

Un museo anche digitale 
“Io vengo da una realtà molto informatizzata come la Biblioteca Apostolica Vaticana e voglio proseguire in questa direzione anche nel mio nuovo incarico. Sappiamo tutti che le biblioteche sono state tra le prime istituzioni culturali ad abbracciare internet come mezzo di conoscenza e di comunicazione. Il lancio del nuovo sito dei Musei va in questa direzione, ma anche il processo d’informatizzazione delle nostre fotografie, attraverso un e-commerce che abbia un obiettivo culturale e non solo commerciale. E infine punto a implementare l’informatizzazione anche della vendita dei biglietti per evitare le lunghe file, fuori dai Musei, che grazie a questa strategia stanno riducendosi”. 








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