2017-01-20 13:13:00

Inizia l’era Trump: un’America più chiusa?


“E’ immaginabile che, sotto molti punti di vista, l’America di Trump sarà un’America meno aperta di quella che appartiene al nostro immaginario, meno aperta rispetto a ciò che l’America è stata concretamente nella seconda metà del Novecento. Sia sul terremo migratorio, sia, soprattutto, sul terreno commerciale”. L’analisi, nel giorno dell’insediamento del tycoon di New York alla Casa Bianca, come 45° presidente degli Usa, è di Alessandro Colombo, docente di Relazioni internazionali all’Università degli studi di Milano

Contro l'establishment

“Trump – spiega Colombo – è stato eletto dagli americani soprattutto per schierarsi contro l’establishment che, negli Usa come in Europa, è considerato il motore della globalizzazione. E cioè quelle fasce sociali che vivono profittando della globalizzazione nello stesso momento in cui altri ne pagano i costi. Ed è questa, oggi, la polarizzazione politica più forte, sia negli Usa come nel vecchio continente. Come Donald Trump riuscirà a conciliare il fatto di essere ormai di fatto entrato a far parte di quell’establishment con la spinta anti-establishment che l’ha portato alla presidenza è un’altra delle incognite dei prossimi mesi e anni”.

I danni della globalizzazione

“Trump – aggiunge Colombo – sembra proporsi di ridistribuire i costi della globalizzazione, andando ad agire sulla leva dell’apertura economica degli Usa, quindi, paradossalmente, su uno dei cavalli di battaglia del ruolo degli Usa nel mondo. Ha dichiarato di voler mettere mano, non soltanto a tutto il tessuto multilaterale della convivenza internazionale, ma con particolare riferimento al tessuto multilaterale che riguarda il grado di apertura dell’economia internazionale”.   

L'intesa bilaterale con il Regno Unito

“Non a caso, Trump, differenziandosi radicalmente dall’amministrazione Obama, ha intenzione di smantellare i due grandi accordi commerciali che erano il fiore all’occhiello del suo predecessore: l’area di libero scambio del Pacifico e quella dell’Atlantico. L’amministrazione Trump sembra puntare su partner-ship bilaterali come quella che intende istituire con il Regno Unito. Si tratta di un’enorme novità nella storia della politica estera degli Usa. L’altro aspetto è il suo tentativo di trattenere le imprese americane all’interno del territorio americano per restituire posti di lavoro ai suoi elettori”. 








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