Un nuovo appello a medici e infermieri affinché assicurino i servizi essenziali ai pazienti in pericolo di vita e a tutti quelli che necessitano di cure urgenti è stato diffuso nei giorni scorsi dai vescovi del Kenya. Il personale sanitario delle strutture pubbliche, infatti, è in sciopero dal 5 dicembre scorso e la situazione non accenna a placarsi. La protesta del personale sanitario sta causando gravissime sofferenze ai pazienti e molte persone — riferisce il blog di Amecea News ripreso dall’Osservatore Romano — sono decedute a causa della mancata assistenza. La situazione peggiore è quella che si vive nei villaggi distanti alcuni chilometri dai presidi ospedalieri, dove la gente non riesce a ricevere alcun tipo di servizio, con conseguenze drammatiche per i più deboli.
La preoccupazione dei vescovi per le sofferenze provocate dallo sciopero
L’episcopato keniano aveva già rivolto un pressante appello agli operatori sanitari
affinché vengano garantiti i servizi essenziali. Alla base della protesta c’è il mancato
aumento dello stipendio previsto dal contratto nazionale siglato nel 2013. I sindacati
hanno minacciato di prolungare ulteriormente lo sciopero ed estenderlo anche alle
strutture private. Profonda preoccupazione per le sofferenze provocate dall’astensione
dal lavoro è stata dunque espressa in una dichiarazione a firma di mons. Philip A.
Anyolo, vescovo di Homabay e presidente della Kenya Conference of Catholic Bishops
(Kccb).
Ristabilire il servizio sanitario senza ulteriori ritardi
Il presule ha ringraziato il personale delle strutture sanitarie pubbliche e private
che, nonostante le difficoltà economiche, continua a rispondere con professionalità
alle emergenze mediche. “Siamo consapevoli — ha affermato il vescovo di Homabay —
dei turni di lavoro pesanti che state affrontando e che nonostante tutto continuate
ad aiutare chi ha bisogno. Ringraziamo anche le istituzioni sanitarie private e quelle
non statali che continuano a rispondere alle emergenze mediche, salvando vite umane
nonostante le sollecitazioni sulle vostre risorse, specialmente quando le persone
colpite non possono pagare completamente i costi delle cure”. I vescovi keniani hanno
rivolto un pressante appello anche a governo, sindacati e lavoratori perché “facciano
delle scelte e intraprendano delle azioni per far sì che il normale servizio sanitario
sia ristabilito senza ulteriori ritardi”.
Ingiusto abbandonare i pazienti
In un precedente messaggio rivolto ai medici e diffuso dall’agenzia Fides, i vescovi
avevano sottolineato “di condividere” la delusione “sul mancato rispetto del contratto
collettivo», ma avevano anche ricordato che “non è giusto da parte loro abbandonare
i pazienti innocenti a una tale sofferenza”. Per questo, il mese scorso, i presuli
hanno invitato “i medici che hanno giurato di proteggere la vita a riconsiderare la
loro posizione e a non impegnarsi in azioni che la minacciano. È molto doloroso il
fatto che non abbiamo ancora visto alcun piano coerente da parte delle autorità per
far interrompere lo sciopero”. (L.Z.)
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