2017-01-18 10:50:00

Mozart al Teatro dell'Opera di Roma: sul podio Speranza Scappucci


Ha debuttato ieri sera al Teatro dell’Opera di Roma “Così fan tutte” di Mozart: un nuovo allestimento, assai atteso, per la regia di Graham Vick e soprattutto per la presenza sul podio di Speranza Scappucci, emozionatissima di dirigere il capolavoro mozartiano nella città in cui è nata. Il servizio di Luca Pellegrini:

Che cosa imparano gli amanti alla scuola di Mozart? Che tutto il mondo è burla, come in coro canteranno Falstaff e i suoi amici un secolo dopo? Moltissimo è stato detto del libretto - ritenuto eversivo per l'epoca e per decenni - che Lorenzo Da Ponte, attingendo a varie fonti, scrisse per quel genio musicale. "Così fan tutte", commissionata dall'illuministico Giuseppe II, irruppe nel mondo del teatro d'opera a Vienna nel 1790, rinnovando definitivamente l'opera buffa - questa fu l'ultima mozartiana - che dalle melense vicende cui si era abituati aprì il varco, attraverso le "dame ferraresi" Fiordiligi e Dorabella, alla rivendicazione, non troppo celata, dei diritti delle donne, che qui trovano il loro albore, almeno teatrale. Un lavoro che fu considerato dissacrante e libertino - all'Opera di Roma approdò addirittura soltanto nel 1950 -, che mette il dito nell'architettura immobile delle classi sociali di quell'età, fornendo al gentil sesso d'allora gli stessi diritti che spettavano agli uomini, che certo "non morivano di malinconia", come la servetta Despina suggerisce alle dame, abbandonate per burla, spianando la strada al loro tradimento. Uno "scherzo" e una “caduta” che non caratterizzano l'opera, come tramandato, di misoginia: "Parla del diritto delle donne ad essere loro stesse, è un manifesto di indipendenza", puntualizza il regista Graham Vick. Per la giovane e già affermatissima Speranza Scappucci un'opera vasta e di profonda umanità, che contiene tutta la gamma dei nostri sentimenti. Con i personaggi, Maestro, che alla fine dell’opera che cosa trovano?

(musica)

Intanto trovano che quello di cui erano convinti non è necessariamente verità assoluta. Invece attraverso questo viaggio scoprono che possono essere attratte, possono avere sentimenti. Lo stesso si può dire dei ragazzi. Quindi è un viaggio molto doloroso, e Mozart accompagna con la musica questo dolore.

(musica)

Il Teatro dell’Opera di Roma, quello della sua città. Un debutto atteso. Emozione tanta, insieme ai ricordi d’infanzia.

R. - La mia città, Roma, dove ho studiato da piccola e dove ho fatto le mie esperienze musicali . In questo teatro ho visto le mie prime opere all’età di 8,10 anni, non ricordo … La Sonnambula di Bellini. Poi sono tornata in questo teatro in qualità di maestro collaboratore per alcune produzioni e adesso per poter dirigere un traguardo bellissimo. Quindi spero di essere all’altezza.

D. - Era il papà che la portava all’Opera?

R. – Sì, babbo è un grande appassionato di musica, di opera. Lui stesso da ragazzo veniva al Teatro dell’Opera quasi tutte le sere insieme al fratello nel loggione. Sempre da piccola, mi raccontava che lui tutte le sere andava a teatro; ha visto la Callas, tutte le più grandi cantanti degli anni ’50, ’60 … Credo che per la mia famiglia e per tutti gli amici che ho a Roma sia un momento molto importante.

D. – Hanno un significato particolare le scelte di Mozart e questo titolo?

R. – Sì, perché intanto Mozart è uno dei più grandi geni della storia della musica. È una grossa responsabilità anche perché Mozart è più difficile; è molto più difficile di altri compositori, intanto perché è così perfetto che si rischia di cadere, non dico nel banale, ma bisogna sempre cercare la verità in Mozart. E non c’è una verità in Mozart, perché Mozart è un genio che nasce a cavallo tra il mondo barocco e il mondo romantico. É un titolo difficile ma sono contenta che sia questo, anche perché è l’opera con la quale ho debuttato da direttore di orchestra in America, all’Università di Yale, vicino New York.

D. – Delle tre protagoniste, a chi si sente più vicina?

R. - Io sono un misto di tutte e tre secondo me, perché in questo momento della mia vita dopo aver fatto varie esperienze – ho avuto storie più o meno importanti – e posso dire di essere stata sia Dorabella, nei momenti frivoli della mia vita, di essere stata Fiordiligi, convinta nell’amore assoluto e poi Despina perché comunque  ha un senso della realtà molto spiccato. Con il passare degli anni si diventa tutte un po’ Despina, perché si guarda alla realtà con più conoscenza, con più maturità.








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