2017-01-16 13:49:00

Cresce la rabbia nelle zone terremotate per la ricostruzione


Prosegue l’ondata di freddo sull’Italia, difficoltà si registrano in particolare sulle zone del Lazio, delle Marche, dell’Umbria colpite dal sisma dei mesi scorsi. Non mancano poi le proteste di alcuni piccoli comuni intorno ad Accumuoli dove lo sgombero delle macerie procede a rilento. Ieri una manifestazione, contestata però dalle istituzioni locali. Ci riferisce Benedetta Capelli:

Risveglio sotto la neve per Norcia e la Valnerina ma fortunatamente non si segnalano criticità anche se i disagi più forti riguardano gli allevatori che non sono riusciti a mettere nelle stalle il loro bestiame e che spesso dormono nei camper per non lasciare gli animali. Una situazione che si vive anche nelle Marche. A Pieve Torina, nel maceratese, sono state puntellate le tensostrutture del dormitorio e della mensa viste le abbondanti precipitazioni. A Camerino preoccupa il peso della neve sugli edifici pericolanti e già evacuati. Con il maltempo crescono anche le proteste: ieri a Grisciano, frazione di Accumuoli, circa 400 persone di tutti i piccoli comuni della zona sono scese in strada perché si sentono “sfollati di serie B”. Lamentano l’immobilismo nello sgombero delle macerie e temono che il paese possa morire visto l’allungarsi dei tempi per la ricostruzione. Luigi Rendina, presidente del comitato “Ricostruiamo Grisciano”.

R. – Da tre giorni stanno rimuovendo le macerie nelle vie principali ma, fatalità, sono state spostate in una frazione limitrofa, di tutta corsa, dove non avevano ultimato i lavori, perché ieri venivano le telecamere per la manifestazione. La cosa più grave è che manca una comunicazione con le istituzioni locali. Infatti quello che ci rattrista più di tutto è che ieri alla manifestazione avevamo invitato anche il sindaco ma non si è presentato, anzi ha ribadito subito su altre emittenti radio e televisive che la manifestazione era politica ed era strumentale... Ma strumentale di che? Si tratta di povera gente che cerca aiuto, che cerca di tornare a casa! Il discorso è che finita l’emergenza e smontate le tendopoli ci sono stati cinque mesi di deserto totale.

D. – Quali sono le richieste che voi fate alle istituzioni?

R. – Alle istituzioni chiediamo di avere un dialogo il prima possibile - e spero lo avremo! - e che si snelliscano le procedure quanto prima per partire con una ricostruzione veloce. I ragazzi giovani che abitavano a Grisciano hanno rinunciato alle case provvisorie. Se la ricostruzione avverrà fra 5, 6 anni, ormai vivranno in altri posti… Non penso che ritornerà più nessuno. Quindi dobbiamo muoverci, dobbiamo far tornare le persone il più velocemente possibile. Dobbiamo snellire tutto, lavorare giorno e notte per far sì che questi paesi, questi posti incantati, non spariscono.

Di tutt’altro avviso il sindaco di Accumoli Stefano Petrucci per il quale la manifestazione di ieri nella frazione di Grisciano non ha rispecchiato il sentir comune. Si sta lavorando – afferma – con tutto l’impegno possibile e non si tratta di 5 mesi di immobilismo.

R. – Noi il 30 ottobre abbiamo subito una scossa più devastante rispetto a quella del 24 di agosto. Prima di tutto stiamo parlando di due mesi e mezzo fa e in questi due mesi e mezzo gli uffici comunali si sono spostati due volte. Stiamo operando con tutta la neve, le intemperie, oggi abbiamo 30 cm di neve, fino a 10 giorni fa le temperature erano scese fino a meno 18… Nonostante questo i Vigili del Fuoco, l’Esercito, hanno provveduto allo sgombero delle macerie, anche il giorno del Natale, della vigilia e del primo dell’anno. Quindi non mi sembra che ci sia immobilismo e burocrazia… Purtroppo i tempi che occorrono per fare questo tipo di attività sono lunghi. Non è che noi oggi dopo la manifestazione siamo venuti qui con uno spirito diverso: lo spirito di lavorare e di volere il bene delle nostre comunità lo abbiamo già dal 24 di agosto perché comunque noi questo territorio lo abitiamo. Io credo che insieme, con l’unione, facciamo la forza. Penso che andare così sparpagliati, fare proteste non si sa neanche contro chi, non sia un monito da dare alla popolazione perché la popolazione è  frastornata ancora da tutti gli eventi che sono intercorsi. Dobbiamo essere vicino sia ai nostri anziani che ai nostri bambini per dare loro un po’ di serenità.








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