2017-01-16 07:24:00

Ad Abu Dhabi il Summit internazionale dell’acqua


Da oggi al 19 gennaio, gli Emirati Arabi faranno da cornice all’annuale Summit internazionale dell’acqua. Il vertice, nel suo quinto appuntamento si concentrerà sull’attività di promozione di sostenibilità della risorsa acqua nelle regioni più aride del pianeta, riunendo leader politici, accademici, esperti del settore e di innovazione tecnologica-commerciale. Dei temi principali che verranno trattati, Roberta Barbi ha parlato con Corrado Sommariva, esperto di dissalazione della Ilf Consulting Engineers, raggiunto telefonicamente ad Abu Dhabi:

R. - Il Summit è dedicato alla sostenibilità. Il problema della sostenibilità negli Emirati Arabi è intrinsecamente legato al discorso dell’acqua: non è una risorsa naturale e dipendono quasi interamente dalla tecnologia di dissalazione; ma sono - allo stesso tempo – anche fra i Paesi che hanno il consumo di acqua pro-capite più alto del mondo.

D. – A che punto è globalmente l’accesso all’acqua potabile di cui ha parlato spesso anche il Papa, equiparandolo al diritto alla vita?

R. – Qui negli Emirati il discorso acqua è fuori da ogni tipo di criticità. Il problema acqua è un problema che sta diventando generale e globale: io mi occupo particolarmente di dissalazione e vedo che mentre gli impianti di dissalazione erano una criticità caratteristica dei Paesi del Golfo, adesso ci sono impianti di desalazione a Singapore, in Cina, in India… È un problema che sa diventando globale. Il discorso dell’acqua - come risorsa per l’umanità - diventa sempre più critico tanto più ci si sposta verso megacity, in cui l’approvvigionamento e la fornitura d’acqua è veramente una grossa criticità.

D. – Quante persone si calcola che nel mondo oggi non abbiamo accesso all’acqua?

R. – È difficile darle questa risposta, però io penso che l’indice di povertà - che adesso affligge circa il 50 per cento della popolazione mondiale - sia strettamente connesso alla mancanza di risorse come l’acqua. Non è tanto l’aver accesso a quantità d’acqua, ma l’avere accesso ad acqua che abbia caratteristiche sanitarie che siano accettabili per la salute umana. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dei limiti per le caratteristiche dell’acqua per il consumo umano, ed effettivamente ci sono società in Estremo Oriente e in Africa che usano acqua lontana da queste caratteristiche.

D. – Quali le possibile soluzioni alla scarsità delle risorse idriche? Una strada potrebbe essere la desalinizzazione del mare?

R. – La dissalazione è sicuramente una delle possibile soluzioni, però il problema è che la dissalazione è una tecnologia costosa, che ha un consumo energetico specifico molto alto. È per questo che il Summit è dedicato al discorso sostenibilità.

D. – Cosa, invece, può fare ognuno di noi nel proprio piccolo, per evitare gli sprechi?

R. – Tantissime cose! In generale il consumo d’acqua può essere molto razionalizzato. Un’iniziativa che può essere fatta è il recupero e il riuso di tutta l’acqua che viene usata come fonte primaria e quindi trattata, poi potrebbe essere utilizzata per scopi quali l’irrigazione, il giardinaggio: scopi non domestici. Dal punto di vista personale razionalizzare il consumo d’acqua senza mettere in pericolo lo status sociale, però anche il consumo intelligente dell’acqua deve essere considerato: ci sono parecchi equipaggiamenti che adesso vengono regalati per ridurre – per esempio - l’acqua erogata dal lavello; sistemi che sono smartsystem per il consumo dell’acqua a livello di toilette pubbliche o anche private… Diciamo che la tecnologia si sta adeguando a nuove esigenze per ridurre e ottimizzare il consumo di acqua pro-capite.

D. - L’emergenza acqua, così come tutte le tematiche legate alla sostenibilità, è anche un problema di cultura ambientale che è mancata negli anni passati?

R. – Certamente sì! Nella parte del mondo dove vivo io, l’acqua veniva considerata un regalo del Signore per cui nessuno la pagava: questo ha innescato una cultura di spreco. Adesso, infatti, uno dei grossi problemi è quello di cercare di far capire anche a livello sociale che l’acqua è una risorsa importante, che deve essere non soltanto ottimizzata e in questo, ovviamente, l’educazione è un fattore importantissimo.

D. – Quali sono gli obiettivi di questa quattro-giorni?

R. – Fare una panoramica delle tecnologie disponibili per la produzione dell’acqua, ma anche e soprattutto per la produzione di energia per sostenere il discorso sostenibilità. Ovviamente tutto questo ha anche un risvolto commerciale, perché ci sono parecchie società che stanno investendo sull’uso di tecnologie rinnovabili per la produzione di energia elettrica e anche per la produzione di acqua. 








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