Nella seconda Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci propone il Vangelo in cui Giovanni Battista, vedendo Gesù venire verso di lui, dice:
«Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!».
Su questo brano evangelico ascoltiamo una breve riflessione di don Gianvito Sanfilippo presbitero della diocesi di Roma:
Una grande schiera di profeti, apostoli e testimoni ha preparato la venuta del Signore e anche oggi non c’è missione più grande di saper indicare agli uomini chi è l’Agnello di Dio che porta i peccati del mondo. In questa generazione, molti non conoscono Gesù Cristo, né hanno coscienza della causa prima del dolore e dell’insoddisfazione che spesso ci attanaglia, ovvero il disobbedire alla volontà di Dio, e non si ha nemmeno la percezione della possibilità di una guarigione liberante. Per questo vi è un’estrema urgenza di annunciare la Buona Notizia, la liberazione dall’oppressione esistenziale e dalla morte, che il Signore ci offre attraverso la sua grazia. Perché questo Vangelo sia credibile è necessaria, però, la testimonianza profetica dei battezzati con una vita gioiosa, attraente perché ricca, a un tempo, di debolezza e di vittoria, una vita in cui si scorga la presenza dell’Agnello di Dio che non giudica nessuno e che si spende per il bene altrui perdonando ogni malvagità. È altrettanto indispensabile l’enunciazione esplicita del kèrigma, che sappia denunciare il peccato e amare il peccatore, indicando l’uomo nuovo, il Risorto, su cui lo Spirito rimane. Perdiamo la faccia per amore a Cristo, gettiamoci generosamente nell’annuncio per amore all’uomo.
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