2017-01-13 14:38:00

Obama revoca la 'wet foot, dry foot' sull'immigrazione cubana


Il presidente statunitense Barack Obama ha annunciato la revoca del 'wet foot, dry foot', la norma che da 50 anni consentiva agli esuli cubani il riconoscimento della residenza legale negli Usa appena toccavano il territorio americano. Ora il trattamento per loro sarà identico a quello di cui usufruiscono i migranti provenienti da altri Paesi. Giulia Angelucci ha intervistato il prof. Massimo De Leonardis, Direttore del Dipartimento di Scienze politiche dell’Università Cattolica di Milano:

R. – Inizialmente, gli immigrati cubani dopo un anno godevano della possibilità di avere immediatamente la cittadinanza americana. Nel 1996, l’amministrazione Clinton stabilì questa norma ristrettiva che passa sotto il nome di “piede bagnato, piede asciutto” (wet foot, dry foot), nel senso che se l'immigrante riusciva a raggiungere il suolo americano poteva restare, non venivano però più presi e portati negli Stati Uniti quegli immigrati che stavano compiendo la traversata via mare. Sostanzialmente ora,con questa norma di Obama, i cubani non avrebbero più nessun favoritismo rispetto ad altri immigrati. È sottinteso che non è più giustificato fuggire da Cuba, che per Cuba ci sono già, o ci saranno a breve, tempi migliori.

D. – Secondo lei, è una stretta di mano più a Raul Castro o a Trump? Perché ogni testata ne parla ovviamente con una propria posizione…

R. – Specialmente dopo la morte di Fidel Castro è ovvio che il regime di Cubano si avvia a una trasformazione. È nella natura delle cose, anche Raul Castro è molto anziano. Sta cambiando il panorama politico dell’America Latina, nel senso che tutta una serie di leader, più o meno terzomondisti e filocubani, sono stati sostituiti da altri leader, come nel caso dell’Argentina, che hanno posizioni diverse. Quindi, certamente, il tempo dovrebbe lavorare contro la dittatura cubana. La domanda fondamentale, ed è una vecchia domanda, riguarda quale sia in questi casi l’atteggiamento migliore da tenere e cioè: l’apertura verso Cuba serve a dare ossigeno a un regime che certamente è destinato a finire o invece può favorire e favorire, attraverso contatti, la fine di questo regime?

D. – Professore, cosa cambia con l’avvento di Trump?

R. – Trump certamente ha una posizione molto più negativa. Non è che voglia riprendere una guerra fredda completa con Cuba, ma certamente vuole porre delle condizioni maggiori nei confronti del regime cubano. Quindi, potrebbe esserci un momento di pausa rispetto alla fase di disgelo inaugurata dalla presidenza Obama.








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