“Nel nostro Paese, il 2016 è finito in malo modo, con grande disperazione. Il bilancio è da tutti i punti di vista”. Così il presidente della Conferenza episcopale venezuelana (Cev) e vescovo di Cumaná, mons. Diego Padrón Sánchez, nel corso della prolusione che sabato scorso ha inaugurato a Caracas l’Assemblea plenaria dei vescovi venezuelani, intitolata “Una Chiesa di comunione per un Venezuela più giusto e credente”, che si è aperta - riferisce l'agenzia Sir - anche al Consiglio nazionale dei laici.
Il presidente della Cev ha elencato le cifre e i fatti degli ultimi mesi
“Quasi 29.000 morti violente; la fame e la mancanza di cibo che causano agonia e malnutrizione;
la carenza di medicinali, che provoca decessi e il riapparire di epidemie; più di
120 prigionieri politici ingiustamente e illegalmente detenuti; la corruzione diffusa,
l’attacco sistematico alle imprese private e ai media indipendenti; l’inconsulta,
violenta e incostituzionale ideologizzazione dell’educazione; i tentativi di ignorare
l’Assemblea nazionale; la chiusura al percorso elettorale (per il referendum revocatorio
del presidente Maduro, ndr); la crisi finanziaria e, più recentemente, l’improvvisazione
e la confusione con il ritiro, poi smentito, della banconota di maggior valore, decisione
che ha creato grande incertezza e ansia nella popolazione, soprattutto i più poveri”.
Mons. Padrón ha citato anche alcuni fatti accaduti nelle ultime settimane
Tra questi il massacro di Barlovento, commesso da gruppi paramilitari, saccheggi e
atti di vandalismo a Cumaná, Ciudad Bolívar e altre città, l’aggressione al monastero
trappista di Mérida. Nel corso della relazione il presidente della Cev ha difeso il
tentativo della Santa Sede di favorire il dialogo tra la parti, pur ammettendo che
tale sforzo non ha finora funzionato. Ed ha smentito con energia che sia stato proprio
questo tentativo di dialogo a far naufragare i tentativi dell’opposizione di promuovere
un referendum revocatorio rispetto alla presidenza Maduro. L’unico responsabile della
mancata convocazione del referendum, richiesto dal parlamento, è stato secondo il
vescovo il Governo nazionale.
Il ruolo della Chiesa nella critica situazione che sta attraversando il
Paese
“Nella storia del Paese mai nessun Governo aveva fatto soffrire così tanto, per le
sue azioni e omissioni” ha detto mons. Padrón Sánchez, il quale ha sottolineato nel
contempo che la Chiesa durante il 2016 “non ha cessato di offrire una visione realistica
della situazione”, richiamando gli attori politici a pensare al bene del Paese piuttosto
che a quello della propria parte e non cessando di chiedere alle autorità governative
l’apertura di un canale umanitario, mettendo a disposizione le strutture della Caritas
per la distribuzione di medicinali, “servizio che viene prestato solo su piccola scala”.
Proprio nei primi giorni dell’anno il Presidente Nicolás Maduro ha lanciato una nuova
controversa iniziativa, il Carnet de la Patria, un razionamento dei generi di prima
necessità peraltro quasi introvabili.
Il Paese vive una tragedia reale di proporzioni storiche
“Noi venezuelani – ha concluso mons. Padrón – iniziamo il 2017 immersi nel caos, viviamo
una tragedia reale, di proporzioni storiche, che colpisce le persone, le comunità
e le istituzioni, e non solo nel loro funzionamento, ma anche nelle loro radici più
profonde”. “Non tutto è perduto, però, se ci sarà una cittadinanza cosciente, attiva
nella fede e nella speranza, capace di progettare e intraprendere nuove e migliori
strade”. L’Assemblea dei vescovi e del laicato del Venezuela, che si è conclusa ieri,
ha anche lavorato a lungo sul ruolo dei laici nella Chiesa del Paese.
In aumento il tasso di denutrizione di bambini e anziani a causa della
crisi
Uno studio dell’Università Centrale del Venezuela stima che nel 2017 il tasso di denutrizione
dei bambini in età scolare aumenterà del 3% rispetto al 2016, e raggiungerà tra i
350 e i 380 mila minori. E’ previsto che la mancanza di generi alimentari peggiori
a causa della semina insufficiente del 2016 e della mancanza di risorse per importare
cibo. Secondo i dati raccolti dall'agenzia Fides, in Venezuela ci sono 3.200.000 bambini
minori di 5 anni, e tra questi il 12% soffrirà di denutrizione acuta grave nel 2017.
Il problema colpirà anche le donne incinte, le persone anziane, i malati psichiatrici
e i detenuti. Si registrerà una maggiore propensione alle malattie perché il sistema
immunitario non avrà difese. (R.P.)
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