2016-12-30 12:05:00

Ad Acquasparta in corso 23.ma edizione del Presepe vivente


23.ma edizione del Presepe vivente di Acquasparta organizzato dalla parrocchia e dalla Confraternita di San Giuseppe con il supporto di 200 volontari. L’iniziativa è partita con grande successo il 26 dicembre e replicherà il 1° e l’8 gennaio a Palazzo Cesi nel comune ternano e il 6 gennaio con la partecipazione al corteo “Viva la Befana” organizzato a Roma. Giulia Angelucci ne ha parlato con don Alessandro Fortunati, parroco di Santa Cecilia ad Acquasparta:

R. – Il Presepe vivente di Acquasparta viene organizzato ormai da 23 anni dalla parrocchia e dalla Confraternità di San Giuseppe. Naturalmente, c’è una collaborazione con il Comune. Quest’anno c’è un’ulteriore collaborazione con l’ente “Il rinascimento di Acquasparta”, che cura l’omonima festa durante il periodo estivo. Quest’anno abbiamo avuto dei problemi legati al sisma, soprattutto quello del 30 ottobre, che hanno reso problematica l’organizzazione del centro storico e quindi c’è stata l’intuizione di poter sfruttare il palazzo storico che è nel centro di Acquasparta, che è il Palazzo Cesi. Abbiamo allestito la rappresentazione nel pian terreno, nei giardini del Palazzo, in una parte dei sotterranei che per la prima volta vengono aperti al pubblico. La particolarità di questo Presepe è il messaggio che viene veicolato attraverso delle rappresentazioni a ciclo continuo. In particolare c’è, quest’anno, la fusione tra il simbolo dei Re Magi legato a quello di Galileo Galilei, perché Galilei visse in questo palazzo sul finire dell’inverno del 1624. L’abbiamo riletto come uno dei Magi che cerca nelle stelle qualcosa che va oltre un viaggio: il senso della sua esistenza. Ci sono anche rappresentazioni di mestieri, di attività legate alla nostra tradizione e anche all’epoca della nascita di Gesù.

D. – Come cambia il senso di questo vostro Presepe vivente dopo i disastrosi eventi sismici?

R. – Noi siamo stati toccati relativamente dai recenti eventi sismici: una quarantina di case lesionate, tutte le chiese lesionate, il centro storico ha subito un colpo abbastanza grave con un certo spopolamento e un progressivo abbandono, ma anche un segno di rinascita, di coinvolgimento delle persone: ci sono tanti volontari, tanti giovani, anche. Vogliamo dare il senso della continuità e anche un po’ della novità.

D. – In questa programmazione ci sarà anche l’iniziativa a Roma, con il corteo di “Viva la Befana” …

R. – Non solamente Acquasparta ma anche altri quattro comuni della Bassa Umbria sono stati coinvolti in un grande corteo per accompagnare i Magi da Castel Sant’Angelo fino a Piazza San Pietro: è un segno di comunione con tutta la Chiesa, di unità anche fra i comuni di questo comprensorio e anche di promozione del territorio stesso; non solamente il Presepe vivente ma anche le altre associazioni che promuovono il territorio. Abbiamo già avuto con discreto successo la prima uscita del Presepe il 26 dicembre e abbiamo le altre due il primo e l’8 gennaio.

D. – Qual è la situazione dell’artigianato a Terni, in Umbria, anche ad Acquasparta stessa dove lei risiede?

R. – Questa nostra zona ha vissuto molto il legame con le acciaierie di Terni. Da un lato, ha penalizzato molto l’artigianato locale legato soprattutto ai “cocciari”, cioè alla produzione di ceramiche, ma anche altro piccolo artigianato. C’è una riscoperta, anche, dell’agricoltura e dell’artigianato locale legato anche a piccole imprese familiari. E’ faticoso perché la nostra zona sta subendo anche un progressivo spopolamento dovuto al calo demografico, alla diminuzione dell’immigrazione. Il presepe è anche un segno di valorizzazione, di promozione del territorio, di vicinanza alle persone che ancora tenacemente mantengono vive anche alcune tradizioni dell’artigianato legate, appunto, alla falegnameria, alla realizzazione dei cesti di vimini e ad altre piccole attività, magari condotte a livello familiare come il ricamo e altre ancora, che costituiscono la nostra tradizione artigiana.

Soddisfazione per l’iniziativa da parte di Roberto Romani, sindaco di Acquasparta:

R. – Il presepe vivente di Acquasparta è ormai una tradizione consolidata che si svolge nel centro storico da alcuni anni; anzitutto, ripropone ai numerosissimi visitatori la bellezza dell’antico oppidum e i vari mestieri che per secoli sono stati praticati dai nostri antenati: il fabbro, il falegname, il calzolaio e il barbiere. La novità di quest’anno è che il presepe vivente è ambientato nel complesso monumentale di Palazzo Cesi e le varie scene che sono in esso rappresentate riguardano: in una prima parte, scene di vita rinascimentale per poi riprendere le varie arti e i vari mestieri dei nostri antenati e per concludersi nella Grotta dove è rappresentata la Natività. Nella prima giornata del 26 dicembre abbiamo contato oltre 1.500 presenze; la cornice importante di Palazzo Cesi qualifica ancor di più il già apprezzato presepe vivente. Palazzo Cesi, come molti sanno, è stato la sede storica dell’Accademia dei Lincei.

D. – Qual è la situazione dell’artigianato di Acquasparta, di Terni e più in generale dell’Umbria?

R. – Noi siamo stati lambiti dal terremoto, ma comunque abbiamo avuto alcuni danni che hanno riguardato alcune case e anche alcune attività, e quindi abbiamo aderito all’Ufficio unico per la ricostruzione; stiamo ripartendo, il presepe vivente è stato un’occasione per riprendere le attività normali di un borgo come quello di Acquasparta, un caratteristico borgo umbro, e quindi è stato un modo innanzitutto per la popolazione per sentirsi coinvolta, di partecipare, di riprendere il cammino, tutti insieme, e di attrarre turisti che così sono tornati nei nostri territori.

D. – Quanto è importante per voi partecipare anche a quest’altro tipo di iniziativa?

R. – Bè, abbiamo colto quest’opportunità di partecipare il 6 gennaio, a Roma, insieme ad altri comuni della Bassa Umbria – San Gemini, Amelia, Otricoli, Giove e anche Acquasparta – abbiamo messo insieme tutte le associazioni folkloristiche e culturali di cui il nostro territorio dei cinque comuni appena citati è molto ricco; sfileremo per Via della Conciliazione fino a Piazza San Pietro: per noi sarà un grande onore e una soddisfazione. Cercheremo di essere all’altezza e presenteremo in quella giornata ciò che di meglio abbiamo nei nostri luoghi. Saremo noi ad andare a Roma a far conoscere una parte, un pezzo della nostra storia, del nostro folklore e della nostra tradizione.








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