2016-12-29 18:10:00

Marcia pace, Zuppi: nonviolenza scelta forte


“La scelta del Papa ha una grande importanza in questo momento storico: parlare di nonviolenza in un’epoca in cui sembra prevalere la legittimazione della violenza, se non la sua accettazione, può sembrare una scelta ingenua. Riproporre questo tema oggi, invece, significa ribadire che è l’unica via per interrompere la catena dell’occhio per occhio, per spezzare la logica della contrapposizione e del riarmo”. Mons. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, commenta il Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace, del prossimo 1° gennaio 2017, dedicato alla ‘Nonviolenza’, come ‘stile della politica per la pace’. Sarà proprio Bologna, sabato 31 dicembre, ad ospitare, infatti, la 49ma Marcia nazionale per la pace, organizzata dalla Cei, dalla Caritas, Pax Christi e Azione Cattolica, che come tradizione prende spunto proprio dal messaggio papale.

Non solo buoni sentimenti

“E’ molto significativo – prosegue il presule – anche il fatto che Francesco proponga la nonviolenza come stile politico. Vuole dirci che non è un atteggiamento per le anime buone, ma l’unica via per raggiungere davvero la pace. Dunque auspica una nonviolenza che non si traduca solo e tanto in buoni sentimenti ma soprattutto in una visione e in una politica”. “Anche in un’Europa spaventata nuovamente dal terrorismo, alla vigilia di Natale, la scelta nonviolenta non è affatto una scelta debole. Anzi, è una scelta forte, perché nonviolenza significa disarmo, intelligenza, anche fermezza, ma senza cadere mai nella logica terribile della violenza che causa violenza. Sappiamo quanto questo, in passato, abbia contribuito, paradossalmente, a non combattere adeguatamente il terrorismo. E’, infatti, una forma di violenza che non si combatte con le modalità tradizionali, ma con molta intelligenza e la scelta, appunto, di continuare a costruire ponti, a tessere dialogo, e non alzare muri”.

Una nonviolenza che si fa azione

“Proviamo nei confronti del Papa un sentimento di apprezzamento, oltre che di riconoscenza, per aver dedicato il suo Messaggio per la Giornata della Pace di quest’anno alla nonviolenza”, aggiunge Daniele Lugli, che nel 1961 fu tra i fondatori del Movimento nonviolento italiano. “Le sue parole mi hanno proprio rimandato all’epoca in cui, dopo al Marcia Perugia-Assisi, con Aldo Capitini e Piero Pinna, abbiamo dato vita al Movimento nonviolento. Francesco ha usato l’aggettivo ‘attiva’, per definire la ‘nonviolenza’, richiamandoci proprio a quell’atteggiamento sul quale insisteva tanto Capitini in quegli anni. Del resto, la nostra piccola rivista, che esce ormai da più di cinquant’anni, si chiama proprio ‘Azione nonviolenta’. Sia credenti che non credenti, nel nostro movimento, hanno accolto con gioia questa scelta del Papa, nella convinzione che un nuovo passo decisivo può essere fatto verso la pace. Non a caso saremo presenti con il nostro presidente Valpiana, in piazza San Pietro, il 1° gennaio, ad ascoltare l’augurio e il saluto del Papa”.

Scongiurare l’autodistruzione

“Penso che il Papa abbia colto il senso più profondo della nonviolenza”, aggiunge Lugli. “Capitini la definiva il punto di tensione più profondo per il sovvertimento di una società inadeguata. Significa opposizione alla guerra, ma anche alle ingiustizie e a un mondo che ha preso una piega suicida di cui bisogna invertire l’andamento”. “Il Papa chiede il disarmo e l’abolizione delle armi nucleari, anche se i grandi della terra sembrano andare in direzione contraria. Non so se è possibile invertire la marcia, ma so che è necessario, se si vuole dare all’umanità una prospettiva che non sia l’autodistruzione. Serve una robusta iniezione di nonviolenza nelle società e nelle politiche”.  








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