2016-12-24 14:11:00

P. Lufti: bisogni immensi ad Aleppo, Natale porti la pace in Siria


La partenza degli ultimi pullman con i ribelli verso il confine turco e l’arrivo di 400 militari russi, segnano una svolta nella battaglia per Aleppo dopo circa 4 anni e mezzo di combattimenti. Il presidente siriano Bashar al-Assad ha sottolineato il contributo di Russia e Iran per un successo che è “anche loro”. Il presidente russo Putin ha intanto rilanciato i colloqui di pace fra Mosca, Ankara e Teheran, per arrivare a una tregua in tutta la Siria. Luca Collodi ha raggiunto telefonicamente ad Aleppo padre Firas Lufti, francescano della Custodia di Terra Santa, vice-parroco della parrocchia di San Francesco ad Aleppo, chiedendogli come vivono le persone in queste ore nella città siriana:

R. – Ora vivono più tranquille, senza aver paura di una casa che viene demolita sulla testa di chi vi abita e senza il rischio di mettere in pericolo la propria vita camminando per strada per andare al lavoro o a scuola. C’è più tranquillità. 

D. – Gli abitanti di Aleppo stanno tornando a casa?

R. – In parte sì. In città si sente il rumore delle macchine che hanno ripreso a camminare. Prima, dal mio convento alla parrocchia, ci mettevo almeno dieci minuti perché non c’era molto traffico; ora ci vogliono almeno tre quarti d’ora per raggiungere la parrocchia dove svolgo il mio servizio di vice-parroco della comunità latina di Aleppo. Sento molte famiglie che hanno desiderio di tornare nelle loro case. Certamente la distruzione è massiccia, i bisogni umanitari sono ancora enormi. Basta pensare alle centinaia di migliaia di persone emigrate da Aleppo Est che vivono ancora nei campi profughi di Homs. Pensiamo alla neve che ha raggiunto tutta la città di Aleppo. Due o tre giorni fa, infatti, ha iniziato a nevicare, fa freddo, e le possibilità di riscaldamento sono molto scarse, così come le medicine.

D. - Come si vive il Natale ad Aleppo?

R. - I cristiani sicuramente hanno riacquistato fiducia nel poter accedere alla Messa e festeggiare “la feste delle feste”, come San Francesco definisce il Natale. Speriamo che questo accordo tra le milizie, che combattevano qui ad Aleppo Est e l’esercito siriano, possa estendersi in tutte quelle aree dove si combatte ancora. Da un lato, viviamo una certa gioia. Dall’altro c’è la consapevolezza che ci sono molti bisogni ai quali bisogna andare incontro. Ecco da dove può partire l’appello per questo Natale di Aleppo. È un Natale che porta ottimismo e la fiducia del Signore nelle persone di buona volontà, affinché si possa raggiungere un accordo di pace per tutta la Siria, ma anche un appello ad un impegno maggiore a livello umanitario per le popolazioni, per le famiglie che sono state costrette ad emigrare, a cambiare casa, per gli intensi bombardamenti che sono avvenuti fino a qualche giorno fa.








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