2016-12-19 14:48:00

Libano, Patriarca Raï: governo di unità è speranza per i libanesi


Due mesi dopo l’elezione del presidente cristiano maronita Michel Aoun, ora il Libano ha anche un nuovo governo di unità nazionale, composto da 30 ministri e guidato dal primo ministro sunnita Saad Hariri. L’intento annunciato è quello di mantenere la stabilità nel Paese, affrontandone le emergenze e cercando un’intesa sulla legge elettorale che porterebbe, in tal caso, a una rimessa in discussione dello stesso esecutivo, già nel prossimo maggio. Francesco Gnagni ha raccolto il commento del patriarca di Antiochia dei Maroniti, il cardinale Béchara Boutros Raï:

R. – Prima di tutto, dopo due anni e cinque mesi di vuoto presidenziale, è stato eletto un presidente nella persona del generale Michel Aoun, e questo già di per sé ha dato a tutti i libanesi una nota di speranza e di sollievo. Poi, dopo quasi due mesi di attesa per la formazione del nuovo governo, l'esecutivo è uscito fuori: quasi dubitavano, i libanesi, di avere un governo prima di Natale … E anche questo ha dato un altro sollievo. E dopo due anni e sette mesi noi tutti, tutti i libanesi – musulmani e cristiani – tutti i componenti del Paese guardano con speranza al futuro perché le sfide sono tante, non solo a livello politico ma anche a livello economico, a livello sociale e specialmente per quanto riguarda tutti questi rifugiati siriani – un milione e mezzo – più mezzo milione di palestinesi, che fanno due milioni di profughi sul territorio libanese che è di 10 mila chilometri quadrati, e costituiscono la metà della popolazione libanese. Quindi tutti ringraziano il Signore perché è un dono natalizio, avere un presidente e un governo. E noi speriamo che possano andare avanti e affrontare tutte queste sfide che noi viviamo oggi, specialmente le dure conseguenze delle guerre in Siria, in Iraq … Già subiamo le conseguenze del conflitto israelo-palestinese …

D. – Che cosa chiede al nuovo primo ministro?

R. – Di incominciare subito ad affrontare le sfide, che sono tante. La povertà in Libano va accrescendosi e i debiti ancora sono tremendi; mettere un punto all’emigrazione massiccia dei giovani libanesi; affrontare il problema dei profughi siriani. Poi, occuparsi della corruzione che sta toccando tutte le istituzioni pubbliche dello Stato. Il primo ministro sa tutto questo e il discorso di investitura del presidente, il generale Aoun, ha menzionato tutti questi capitoli e i ministri dicono che basta partire dal discorso di investitura del presidente della Repubblica per avere il programma da affrontare quanto prima. Questo è il nostro augurio al primo ministro.

Sulle modalità di formazione del nuovo esecutivo, sulle diverse fazioni che lo compongono e sulle sue prospettive future, Francesco Gnagni ha sentito anche il giornalista libanese Camille Eid:








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