Agostino torna a “parlare” ad Ippona. Ad Annaba, in Algeria, un colloquio internazionale di tre giorni sul tema “Agostino d’Ippona e il suo pensiero nelle sue dimensioni locali e universali” ha esaminato l’eredità intellettuale del grande padre della Chiesa e i limiti che nel nord Africa ne impediscono la ricezione. E’ la prima volta che la “moderna Ippona” ospita un’iniziativa accademica sull’opera del suo celebre vescovo che vi ha lasciato tracce indelebili. E se fra queste alcune sono ancora visibili, come i resti nel sito archeologico dell’antica cittadina numida – tra cui quelli della basilica officiata da Agostino nel V secolo –, altre sono da recuperare. I testi del vescovo di Ippona sono poco noti in terra algerina, ma nelle università se ne sta riscoprendo la ricchezza.
Un’iniziativa promossa dall’università musulmana Badji Mokhtar di Annaba
Sono svariati gli scritti di Agostino che evidenziano il desiderio di favorire uno
scambio fecondo di idee religiose e filosofiche e di promuovere un incontro fra culture,
per questo la Facoltà di Lettere, Scienze Umane e Sociali dell’Università Badji Mokhtar
di Annaba, con il patrocinio del Ministero dell’Insegnamento Superiore e della Ricerca
Scientifica, ha proposto l’incontro accademico. Obiettivo quello di interrogarsi sulla
vita e la produzione letteraria di Sant’Agostino, analizzando la sua attualità e l’influsso
della sua produzione filosofica, culturale e teologica, le sue tracce locali e il
suo ragionamento universale.
Nuove strade nel dialogo fra cristiani e musulmani
Diversi gli studiosi, gli storici, i teologi, i ricercatori, i docenti e gli studenti
che hanno preso parte al colloquio; tra gli interventi anche quello di padre Bernard
Jobert, canonico di Sant’Agostino, che è stato parroco a Skikda, che ha definito l’iniziativa
- voluta da una università musulmana - un passo avanti nel dialogo cristiano-islamico
in Algeria. “Questi tre giorni hanno permesso di misurare lo scarto che esiste ancora
tra lo studio di questo gigante cristiano e la ricezione un po’ tumultuosa da parte
degli studenti, e talvolta degli insegnanti, ansiosi anzitutto di identificarsi come
musulmani” ha spiegato. Ma per padre Jobert il dibattito, ricco di contributi e scambi,
ha contribuito ad affinare, nei partecipanti lo spirito critico e scientifico.
Agostino ancora vivo nelle testimonianze archeologiche e nell’attualità
dei suoi scritti
Nel programma della tre giorni anche una visita alle rovine di Ippona e alla moderna
basilica di Sant’Agostino, sulla collina che sovrasta Annaba: luoghi suggestivi che
fanno pensare alla possibilità di interessanti itinerari turistici, culturali e religiosi.
Non è mancato infine lo sguardo all’attualità rapportato alla questione dei migranti
rifugiatisi in Africa dopo il sacco di Roma del 410, con riflessioni teologiche sul
male, sulle risposte dei credenti e sule parole di Agostino. Ricorda Luigi Alici,
studioso che ha preso parte all’incontro di Annaba, che Agostino nella Lettera 229
scrive: “E’ una gloria più grande uccidere la guerra con la parola, anziché uccidere
gli uomini con la spada e procurare o mantenere la pace con la pace, non con la guerra”.
(A cura di Tiziana Campisi)
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