2016-12-18 09:30:00

Papa prega per il dialogo nella R. D. del Congo: no alla violenza


"Chiedo a tutti voi di pregare affinché il dialogo nella Repubblica Democratica del Congo si svolga con serenità per evitare qualsiasi tipo di violenza e per il bene di tutto il Paese". Così il Papa oggi all'Angelus col pensiero rivolto alle trattative in corso nel paese africano tra le opposizioni e il partito del presidente Joseph Kabila, che vorrebbe ricandidarsi nonostante il secondo e ultimo mandato scada martedì prossimo. Per ora i colloqui avviati sotto l'egida della Conferenza episcopale locale, sono stati sospesi e rinviati al 21 dicembre: si temono quindi manifestazioni di piazza. Quale dunque l’apporto della Chiesa congolese al dialogo? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Enrico Casale, della rivista Africa dei Padri Bianchi:

R. - È un apporto importantissimo, perché intanto i vescovi sono un’autorità soprattutto morale. Ricordiamo poi che la Repubblica Democratica del Congo, uno dei Paesi più grandi del continente africano, ha una popolazione cattolica per circa il 40%. In questo momento i vescovi hanno di fronte una situazione politica instabile e hanno deciso di scendere in campo per favorire il dialogo nazionale, nella speranza che porti a breve a elezioni presidenziali e parlamentari, in modo tale che il Paese esca dalla fase di stallo che sta vivendo a causa del tentativo del presidente Kabila di rimanere al potere.

D. - Quali sono i rischi in questo momento per la stabilità in Repubblica Democratica del Congo, un Paese, tra l’altro, alle prese con altre emergenze soprattutto ai confini?

R. - Sarebbe un dramma se Kabila si intestardisse nel voler rimanere al potere, cioè non aprisse a nuove elezioni e non si facesse da parte. Teniamo presente che Kabila ha già portato a termine due mandati presidenziali previsti dalla Costituzione, quindi non potrebbe ricandidarsi per una terza elezione. Se succedesse questo, o se volesse rimanere al potere, porterebbe un’ulteriore instabilità in un Paese che è già instabile di suo: pensiamo ai grossi problemi che ci sono nella regione orientale, nel nord e nel sud del Kivu, zone ricchissime di risorse naturali e molto ambite anche dai Paesi vicini.








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