2016-12-16 11:50:00

Decalogo Comunicatore. Viganò: lettura in filigrana di Papa Francesco


“L’amore per sua natura è comunicazione”. E’ questo il cuore del nuovo libro del nostro collega Alessandro Gisotti, che, a partire dal documento di Papa Francesco “Comunicazione  e Misericordia: un incontro fecondo” ha elaborato il “Decalogo del buon comunicatore secondo Papa Francesco”. Il volume è stato presentato ieri all’Università Lateranense dal Prefetto della Segreteria della comunicazione della Santa Sede, mons. Dario Edoardo Viganò che si è soffermato anche sulla riforma dei media vaticani. Il servizio di Eugenio Murrali:

“La misericordia – scrive Gisotti – non può essere solo il contenuto della nostra comunicazione, ma anche lo stile del nostro modo di comunicare”. Con queste premesse, l’autore declina il suo 'decalogo', arricchito da una prefazione del card. Tagle, presidente di Caritas internationalis. Dieci regole per aiutare i professionisti a costruire ponti, in ambito mediatico, ma anche tutte le persone a creare un dialogo vero tra le anime. Mons. Dario Edoardo Viganò spiega la forza della narrazione di Papa Francesco proposta da Gisotti:

“In un momento in cui tutto è caratterizzato dalla velocità, per cui sembra che il miglior giornalista sia quello che faccia uno scoop, credo che questo libro ci aiuti a ripensare l’informazione come un’informazione pensata, un’informazione mediata e quindi con una capacità di raggiungere i problemi veri e proprii secondo quelle logiche di comprensione della realtà. Nasce da una capacità di lettura in filigrana del Magistero di Papa Francesco".

Alessandro Gisotti stesso descrive il legame profondo tra amore e comunicazione:

“Papa Francesco ci dà delle buone regole di comunicazione: non soltanto a noi comunicatori “professionisti”, ma come lui dice che l’amore per natura è comunicazione, allora in quanto esseri capaci di amare, noi tutti siamo naturalmente comunicatori. E credo che attraverso queste piccole buone regole che ci dà Papa Francesco, possiamo avere una comunicazione di misericordia centrata sulla persona”.

Inclusione, incontro, riconciliazione, ascolto, prossimità, un nuovo modo di dialogare. Ma anche, ha sottolineato Viganò, “l’uscita da un paradigma di comunicazione calcistica che divide il mondo in chi vince e chi perde e separa nettamente i peccatori dai giusti”.
Il buon comunicatore di misericordia, continua il prefetto riprendendo le regole del Decalogo, deve avere la pazienza e la speranza di un contadino che semina, aspetta, lascia crescere e sa quando è il momento, di dividere la zizzania senza recare danno al buon grano.  “Comunicare con tutti – osserva poi – ma anche comunicare tutti”, senza escludere quelle “periferie esistenziali” di cui parla Papa Francesco.
E su come il libro sappia raccontare l’energia espressiva del Pontefice, quelle parole che, ci dice Gisotti, “sono ognuna un battito del cuore”, si sofferma Massimiliano Padula, presidente dell’Aiart, Associazione Italiana Ascoltatori Radio e Televisione:  

“E’ una narrazione ottima della figura di Papa Francesco, non soltanto dal punto di vista della comunicazione, ma soprattutto della persona Francesco, che percepisce una comunicazione profondamente umana, quindi la prossimità, il dono, il perdono, l’incontro”.

La presentazione è stata anche l’occasione per offrire un breve resoconto sulla riforma dei media vaticani dopo la diciassettesima sessione del C9, il Consiglio dei Cardinali che affiancano Papa Francesco nella riforma della curia romana. Ha sintetizzato Viganò:

“Questa è una riforma della Curia per la Curia. Siamo di fronte a una riforma il cui criterio che la governa è quello di un cambiamento dello scenario mediale, dentro cui storie gloriose devono immettersi. Ci vuole da un lato rispetto per le storie gloriose, dall’altro lato però anche sapere che ciò che sta avvenendo non è il piegare queste storie, ma creare qualcosa di diverso. In questo momento siamo nella fase poco più della metà della riforma; gli ultimi sei mesi del 2015 hanno accorpato Sala Stampa vaticana, l’ex Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali e Servizio Internet. Quest’anno è stato fatto un grande lavoro sia di formazione che di coinvolgimento che di costruzione di gruppi trasversali sulle due realtà di fatto, dal punto di vista della comunicazione, di massimo impatto: la Radio da un lato, e il Centro Televisivo Vaticano. Il 31 dicembre diventeremo tutti una grande famiglia. Da questo momento si inizierà a costruire dei modelli dell’informazione del Papa, del magistero della Chiesa non più a silos ma in maniera trasversale. Quindi passeremo alla costruzione di un processo multimedia. Questo porterà – speriamo per Pasqua – a un unico grande nuovo portale accanto al Vatican.va che avrà testi scritti per web, video, foto, podcast in tutte le lingue che per ora ci sono. Ci sono alcune redazioni linguistiche che vanno assolutamente sviluppate, e penso soprattutto a quella cinese e a quella di lingua araba. Partiremo con 6-8 lingue, quelle fondamentali prima, in questo nuovo content-hub; man mano si inseriranno le altre. E l’anno prossimo invece sarà il momento in cui diventeranno familiari la Lev, la Tipografia, il Servizio fotografico e l’Osservatore Romano”.

Una riforma ambiziosa, che mira, con quello stesso spirito del Decalogo di Gisotti, a una comunicazione efficace del messaggio vaticano, nel segno della misericordia, un contributo ulteriore alla rivoluzione della tenerezza voluta da Papa Francesco.








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