Sono tantissimi in tutto il mondo, i gesti di affetto per Papa Francesco, in occasione del suo 80.mo compleanno, sabato prossimo. Tante le iniziative spontanee anche al di fuori della Chiesa Cattolica. Con particolare gioia vive questo momento Buenos Aires e soprattutto i poveri delle Villas Miserias che in Jorge Mario Bergoglio hanno sempre visto il loro pastore. Al fianco dell’allora arcivescovo di Buenos Aires c’era sempre il cura villero, padre "Pepe" Di Paola, che raggiunto telefonicamente in Argentina da Alessandro Gisotti, rivolge i suoi auguri al Papa e parla di Bergoglio e della “sua” gente:
R. – Primero desearle que siga esta vocación que tiene de vivir un sacerdocio …
Prima di tutto desidero augurargli che possa andare avanti in questa sua vocazione
che ha di vivere un sacerdozio profondamente spirituale, profondamente solidale con
la gente e fortemente inserito nelle diverse realtà che la gente vive; ma anche profondamente
in unione alla Chiesa e in unione al Vangelo. Voglio auguragli che vada avanti, che
vada avanti con la sua missione, camminando nello spirito del Vangelo, di cui la Chiesa
ha bisogno.
D. – Padre Pepe, tu conosci Papa Francesco da molti anni. Quali ricordi hai dei compleanni di padre Bergoglio, quando era a Buenos Aires?
R. – No le gusta mucho el festejo...
Non ama molto i festeggiamenti il giorno del suo compleanno… Mi ricordo, quando i
bambini e i giovani della nostra scuola artigianale gli volevano fare un regalo, pensando
a qualcosa di religioso, anche se sapevamo che poi lui li avrebbe regalati ad altri…
Ma questa non era per lui la cosa importante: era importante che questo regalo fosse
realizzato a mano dai bambini, che volevano andare a trovarlo. I bambini della Villas
non volevano comprare qualcosa, volevano fare qualcosa per lui, con grande affetto.
I bambini realizzarono e gli portarono una “vetrata artistica” con l’immagine di Madre
Teresa di Calcutta. Gli piacque molto! Sapevamo che poi l’avrebbe regalata per metterla
in una cappella… Credo che a lui piacesse questo: che il regalo fosse la testimonianza
dell’impegno e dello sforzo che avevano fatto per lui i bambini e la gente. E credo
che abbia compreso quanto amassero la diocesi e la Chiesa.
D. – Come la gente della “Villas Miserias” si stanno preparando a questo compleanno del Papa, così amato? Con la preghiera, con altre iniziative?
R. – Mira, con oraciones. Porque el cumpleaños no lo festjava mucho...
Con la preghiera. Perché – come dicevo prima – lui non amava molto festeggiare il
compleanno. E’ vero, la gente lo ama molto, ma anche per loro il giorno del suo compleanno
non è mai stato un giorno particolarmente importante… Credo che se lui fosse venuto
in Argentina, sarebbe stata una festa straordinaria, sarebbe stato un regalo veramente
molto grande. Senza dubbio!
D. – Hai parlato recentemente con il Santo Padre? Che dice della sua Argentina? Manca al Santo Padre la sua Buenos Aires, la “Gran Baires”?
R. – No . Lo veia hace tiempo: lo veia cuando fue a Roma...
No. L’ho visto un po’ di tempo fa, quando sono stato a Roma. Ricordiamo sempre Buenos
Aires, parliamo sempre di Buenos Aires. Ma adesso sappiamo bene che lui è il Papa,
il Papa del mondo; ama l’Argentina, ma non si rifugia nella nostalgia. Piuttosto ci
dà forza e ci incoraggia per il lavoro che facciamo. Sa che ha davanti a lui un compito
molto più grande, molto più complesso di prima, perché adesso è il pastore di tutta
la Chiesa.
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