2016-12-13 09:11:00

Papa al Global Forum di Dhaka: migrazioni e sviluppo sono connessi


Papa Francesco «incoraggia i governi e le autorità politiche regionali ad affrontare la crisi provocata dallo sfollamento di massa delle persone», ricordando sempre che i fenomeni migratori e lo sviluppo sono intimamente connessi «con le questioni urgenti della povertà, della guerra e del traffico di esseri umani» e la corrispondente «necessità di uno sviluppo ambientale e umano sostenibile». È quanto ha scritto il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, nel messaggio indirizzato ai partecipanti al nono Global forum su migrazioni e sviluppo, che si è concluso ieri a Dhaka, capitale del Bangladesh.

Nella capitale del Bangladesh la Santa Sede era rappresentata dal sottosegretario del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, lo scalabriniano Gabriele Bentoglio, che durante i lavori ha letto il messaggio in lingua inglese. In esso, richiamando la lettera enciclica Laudato si’, il Pontefice auspica che tra gli argomenti affrontati vi siano «l’urgenza di un’autentica leadership globale in grado di gestire l’economia internazionale, bilanciando le esigenze delle singole economie nelle attuali condizioni di crisi; la necessità del disarmo, della sicurezza alimentare e della pace; e la necessità di proteggere l’ambiente e di regolamentare le migrazioni». Nella convinzione che solo una strategia integrale permette di combattere la povertà, di restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo di prendersi cura della natura.

Nella circostanza padre Bentoglio ha anche tenuto una relazione, sottolineando come attualmente la migrazione sia «una realtà in crescita e permanente del mondo in cui viviamo. Tuttavia, — è stata la sua denuncia — vi è una crescente tendenza a dare maggiore considerazione ai problemi associati a questo fenomeno piuttosto che alle opportunità che esso offre in termini di sviluppo». Per questo, ha proseguito, «la Santa Sede cerca di affrontare l’argomento attraverso la lente della tutela della dignità umana e della promozione della solidarietà», incoraggiando sia la società civile sia i governi a prendere in considerazione questo tipo di strategia.

«La Santa Sede — ha spiegato il missionario scalabriniano — sottolinea continuamente la centralità e la dignità di ogni essere umano, e mette in evidenza i diritti e i doveri dei migranti, a prescindere dal loro stato di migrazione». In tale contesto, il contributo positivo dei migranti verso lo sviluppo — e in particolare verso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 — è «di fondamentale importanza».

Il relatore ha poi fatto riferimento alla battaglia condotta dalla Chiesa contro gli stereotipi e i pregiudizi a essi associati, esortando a un «approccio realistico e rispettoso, che sia attento ai diritti umani, e che allo stesso tempo includa la formazione e l’educazione», primo passo verso la realizzazione di efficaci politiche di integrazione.

Del resto, ha chiarito, quest’ultima dovrebbe rappresentare l’ideale traguardo di «un processo attraverso il quale i nuovi arrivati migranti e le comunità che li accolgono si adattano reciprocamente l’uno all’altro, sia a livello istituzionale sia individuale». Anche perché «la complessità della migrazione rende difficile considerare separatamente i suoi diversi aspetti». Di conseguenza «la prospettiva dell’integrazione — che nella visione di Papa Francesco comprende il passaggio verso una “cultura dell’incontro” — implica il considerare la persona del migrante nel suo complesso».

«In realtà — ha detto padre Bentoglio — non si tratta di statistiche o di numeri, ma di esseri umani, di persone reali, non di idee astratte, che meritano protezione e rispetto per la loro dignità». Senza però dimenticare, ha subito aggiunto, che «questo processo, allo stesso modo, richiede anche uno sforzo da parte degli immigrati ad assumere responsabilmente i loro doveri verso la società che li accoglie, come ad esempio l’apprendimento della lingua, rispettando con gratitudine il patrimonio materiale e spirituale del Paese ospitante, obbedendo alle sue leggi e contribuendo attivamente e volentieri al bene comune di tutta la nazione».

Infine il sottosegretario ha ribadito come le migrazioni siano «una questione che va affrontata alla radice». Per questo «fin dall’inizio del suo pontificato — ha concluso — Papa Francesco ha sollecitato l’adozione di soluzioni sostenibili. Guerre, violazioni dei diritti umani, corruzione, povertà, disuguaglianze e disastri ambientali sono importanti fattori che contribuiscono alle migrazioni. E non possiamo dimenticare che i più vulnerabili, come i bambini e le donne, sono i primi a subirne gli effetti».








All the contents on this site are copyrighted ©.