2016-12-12 08:45:00

Imminente la lista dei ministri del governo Gentiloni


Dovrebbe presentare già oggi la lista dei ministri Paolo Gentiloni, incaricato ieri mattina dal Capo dello Stato Mattarella di formare il nuovo governo. Ieri Gentiloni ha iniziato le consultazioni delle forze politiche alle quali non partecipano Movimento 5 Stelle e Lega. Il servizio di Giampiero Guadagni:

Tempi molto rapidi per  l’insediamento del nuovo governo. L’obiettivo è avere un esecutivo nel pieno delle sue funzioni giovedì al Consiglio europeo di Bruxelles.  Gentiloni ha già dato elementi precisi. La maggioranza sarà la stessa del governo precedente, non per scelta ma per l’indisponibilità delle opposizioni ad una larga coalizione. Quanto al programma, due le priorità: la legge elettorale per armonizzare i sistemi di Camera e Senato: in questo senso il governo faciliterà il lavoro del Parlamento. E poi l’aiuto alle popolazioni colpite dal terremoto con l’avvio della ricostruzione. Cercherò di svolgere il compito con dignità e responsabilità, ha detto il ministro degli Esteri uscente. Fortemente critiche le opposizioni convinte si tratterà di un governo fotocopia di quello di Renzi. Lega e 5 Stelle in particolare annunciano battaglia fuori e dentro il Parlamento e chiedono il ritorno alle urne subito dopo la sentenza della Corte Costituzionale sull’Italicum. A chiudere le consultazioni di Gentiloni alle 14 sarà il  Pd alle 14 che prima riunirà la direzione per fare il punto dopo il referendum che ha lacerato il partito.    

Che governo sarà quello guidato dal premier incaricato Gentiloni? un esecutivo che miri esclusivamente alla riforma della legge elettorale o che, piuttosto, affronti tutti i dossier lasciati aperti dall’uscente Matteo Renzi? Francesca Sabatinelli lo ha chiesto a Raffaele De Mucci, docente di politica comparata alla Luiss Guido Carli di Roma:

R. – Non mi sembra che le ambizioni e i programmi di Gentiloni si limitino a un governo-ponte o comunque a un governo a scopo, come si dice tecnicamente. Mi pare, anzi, da quello che filtra dai colloqui che ha avuto con i rappresentanti delle forze politiche disponibili a sentirlo, alle consultazioni, che sia emersa la volontà, che poi è anche la volontà del presidente della Repubblica, di portare avanti un governo per quanto possibile lungo. Quindi, non credo che si fermi, per esempio, alla definizione della legge elettorale o di pochi altri compiti che ancora rimangono da svolgere.

D. – Quali sono le cose più spinose che sono state lasciate sul tavolo del capo del governo incaricato dall’uscente Renzi?

R. – Sicuramente, la più spinosa di tutte è la questione della legge elettorale, e credo che il presidente incaricato dovrà farsene carico, anche se non dipende solo da lui ma dalla volontà, assai improbabile, di mettersi insieme da parte di tutte le forze politiche, per immaginarsi un nuovo regolamento delle elezioni. Questo direi che è il compito più spinoso e più importante. Poi ci sono gli appuntamenti di politica estera che conosciamo e che credo potrà portare avanti, anche se non in linea di perfetta continuità con il governo precedente – cioè con lo stesso stile dirompente che ha avuto Renzi nei confronti dei partner europei, nelle prossime riunioni previste nella settimana successiva alla prossima. La terza questione importante credo che rimanga quella delle banche. Il Monte dei Paschi, per esempio: la nazionalizzazione presunta del Monte dei Paschi rimane una delle eredità più pesanti lasciate dal governo Renzi sulla strada dei suoi successori.

D. – La figura del premier dimissionario, Matteo Renzi, a suo giudizio dove si collocherà?

R. – Se questo vuol dire “quali sono i rapporti tra Renzi e Gentiloni”, credo che non siano così stretti da poter considerare Gentiloni uno del giglio magico, come si usava scherzosamente riferirsi prima ai personaggi che erano più vicini all’influenza di Renzi. Quindi, credo che riuscirà a dimostrare una certa autonomia rispetto a Renzi. Però, ovviamente, l’eredità è ingombrante, cioè il peso del governo precedente si dilungherà come un’ombra permanente per tutti i giorni a seguire. Credo che l’influenza di Renzi ci sarà, anche se intravedo delle linee di discontinuità con il precedente governo.

 

 








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