2016-11-29 14:50:00

Referendum, Rosato: col Si' grande occasione per il Paese


"Per come il costituente ha scritto la costituzione la riforma e' di tutti nel momento in cui passa con il 50 per cento piu' uno, è più che sufficiente. Poi, secondo me, votera' un sacco di gente". Cosi' il premier Matteo Renzi, facendo una previsione sull'affluenza al referendum. Sulle ragioni del Si', Alessandro Guarasci ha sentito il presidente dei deputati del Pd Ettore Rosato:

R. – 63 governi in 70 anni, questo ha totalizzato il nostro Paese contro i 24 della Germania e i 20 del Regno Unito, nello stesso periodo. Certo, due leggi elettorali per due camere che hanno una maggioranza sempre diversa: abbiamo bisogno di riformare la costituzione anche per questo.

D. – C’è chi dice però che questo Senato in fondo si poteva fare un po’ meglio, che là arriveranno solo dei nominati. Lei come risponde?

R. – Che sono 35 anni che ci spiegano che si può fare meglio. Noi siamo arrivati a un punto a un punto di grande mediazione, fu votato anche da Forza Italia e fu condiviso anche dalla Lega nella prima lettura al Senato. Poi oggi,  certo, è tutto perfettibile ma questo è un punto di mediazione di alta qualità che riproduce modelli che ci sono anche in altri Paesi federali.

D. – Finiranno finalmente i conflitti tra Stato e regioni? E a questo punto, questi conflitti non si riproporranno in Senato?

R. – No, anzi, oggi abbiamo ogni tre giorni un nuovo conflitto davanti alla Corte Costituzionale. Il Senato delle autonomie sarà il luogo dove parlamento e  istituzioni regionali si potranno incontrare e trovare punti di mediazione e di accordo. Naturalmente questo avrà il vantaggio di non rallentare il percorso legislativo – perché i tempi sono certi - e di non aumentare il conflitto davanti alla Corte Costituzionale perché quello sarà il luogo della mediazione politica.

D. – Se vince il no che cosa succede, un governo tecnico?

R. – Succede che saremo nell’instabilità che il nostro Paese ha già vissuto. Succede che verremo incontro a un periodo di grande incertezza politica e istituzionale, tutte cose negative per il nostro Paese che oggi con grande fatica si sta riprendendo, come dimostrano anche i dati sulla crescita.

D. – E se vince il sì il Pd non potrebbe avere la tentazione di andare alle elezioni per incassare un risultato?

R. – Il risultato del referendum, quando vincerà il sì, non sarà solo un risultato del Pd, sarà un risultato in cui milioni di italiani che non hanno mai votato per il Pd e mai voteranno per il Pd, voteranno sì, perché cercano istituzioni più moderne, più stabili, meno costose, cercano l’occasione in cui la politica mantenga i suoi impegni. Non ci sarà nessuna tentazione di andare a votare, ci sarà la tentazione e il dovere istituzionale che il nostro partito e il nostro governo manterranno fino in fondo, fare quello per cui gli italiani ci hanno chiesto di governare: cioè, risolvere i problemi. E li risolveremo fino a febbraio del 2018.

D.  – Comunque vada vi attendete un’alta affluenza alle urne?

R. – Io penso di sì. Perché c’è un interesse su questa riforma, c’è una consapevolezza, soprattutto, che dopo tanti anni di promesse è il momento di cambiare veramente. Questa è una grande occasione.








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