2016-11-28 13:05:00

Simposio degli Economi: linee operative per il futuro


Si è concluso ieri il Secondo Simposio Internazionale sull'economia organizzato dalla Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di vita Apostolica presso l’Auditorium della Pontificia Università Antonianum. Ieri mattina il card. João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione, si è rivolto ai presenti indicando nuovi cammini di speranza che si sono aperti per i consacrati e le consacrate come frutto dell'Anno della Vita Consacrata. «La speranza di cui parliamo - ha detto - non si fonda sui numeri o sulle opere, ma su Colui nel quale abbiamo posto la nostra fiducia e per il quale nulla è impossibile». Forte è stato anche l'appello a camminare insieme nell'ascolto di Dio e nella sinodalità.

I consacrati devono anteporre l’essere all’avere
Nel suo cammino, «la persona consacrata si sente chiamata ad anteporre l’essere all’avere, lo stare davanti a Dio rispetto al fare per Dio. I voti rendono capaci di assumere il modo di esistenza di Cristo stesso in cui tale "stare" diventa dono di sé, fecondo nella reciprocità dei discepoli» - ha spiegato suor Nicla Spezzati, sottosegretario della Congregazione nel corso della sua relazione. «Pensare l’economia significa essere inseriti nel processo di umanizzazione, che ci rende, per dirla con i latini, humanissimi, ossia persone nel senso più pieno del termine consapevoli di se stesse e della propria relazione-missione nel mondo: “io sono una missione sulla terra e per questo mi trovo in questo mondo” (EG 273)». 

L'attenzione alla scelta di vicinanza e inserimento tra i poveri e di impegno per la giustizia
«Amministrare la nostra condizione umana con saggezza, nell’obbedienza delle sue leggi intrinseche e della vocazione ricevuta è la prima economia a fondamento della vita consacrata», ha detto la religiosa, sottolineando come una costante magisteriale sia l’attenzione alla scelta di vicinanza e inserimento tra i poveri e di impegno per la giustizia. «Un religioso non può essere dedicato ad opere di giustizia sociale e ad alleviare il disagio dei poveri, senza che la propria vita tenda ad una effettiva povertà; così non si può coltivare una povertà individuale e comunitaria che non si esprima anche in una vicinanza ai bisognosi».

I criteri alla base delle future scelte operative
Ieri pomeriggio, mons. José Rodríguez Carballo, arcivescovo Segretario della Congregazione, ha indicato i criteri che devono essere alla base delle future scelte operative: Fedeltà al carisma: uso delle opere e delle risorse dell’Istituto al servizio del carisma. Tutela dei beni ecclesiastici: salvaguardia del patrimonio stabile (e, quindi, del complesso dei beni necessari per garantire l’autosufficienza economica e la sopravvivenza dell’Istituto, nonché per agevolare il conseguimento dei suoi fini). Sostenibilità delle opere: intesa come necessità di esame preventivo e verifica in merito alla capacità delle opere di mantenere, nel contempo, fedeltà al carisma ed equilibrio economico. Capacità di render conto: indicare gli obiettivi e specificare le modalità operative per raggiungerli; rispetto della disciplina canonica e civile; attitudine a rendere conto dei risultati di gestione. Povertà: uso dei beni secondo le finalità a cui sono destinati; distacco da una concezione proprietaria dei beni. «Da tali criteri - ha concluso - possono essere ricavate alcune indicazioni operative, da declinare secondo le specifiche caratteristiche degli Istituti, con particolare riferimento a natura e attività svolte, dimensione e articolazione, contesto territoriale di operatività, legislazione statuale applicabile e scelte organizzative adottate». (V.T.)








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