2016-11-26 08:31:00

Card. Muller presenta il libro di Kiko: tra spiritualità e mistica


E’ stato presentato ieri pomeriggio, al Teatro Olimpico di Roma, il libro di Kiko Argüello, "Annotazioni 1988-2014", edito da Cantagalli, che raccoglie oltre 500 piccoli e medi aforismi, riflessioni, pensieri, poesie e preghiere dell'iniziatore del Cammino neocatecumenale. Nella profondità dell’esperienza mistica di Dio, il libro illustra il cammino spirituale percorso dall’autore, assieme a Carmen Hernandez e don Mario Pezzi negli ultimi 30 anni. Sono intervenuti il card. Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Graziano Delrio, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e l’autore Kiko Argüello. Nel suo intervento prendendo spunto dalla Lettera Iuvenescit Ecclesia sulla relazione tra doni gerarchici e carismatici per la vita e la missione della Chiesa il card. Muller ha detto che il carisma del Cammino neocatecumenale viene dallo Spirito ed è frutto del Vaticano II.  Al card. Muller Roberto Piermarini ha chiesto quanto bene può fare questo libro:

R. - Sono tante riflessioni di una profonda spiritualità e mistica, come ho detto nella mia conferenza. E aiuta molto per approfondire la propria spiritualità, perché la nostra fede non è una summa di conoscenze teoretiche astratte ma un incontro personale con Cristo. Poi, c’è anche la dimensione razionale della nostra fede, perché l’atto della fede non è un atto irrazionale, solo sentimentale. Per questo, esprimersi in parole chiare, distinte, fa parte della nostra fede. La spiritualità è un incontro con Dio, nello spirito di Dio e nella Parola di Dio, che è Gesù Cristo. Per cui questo libro aiuta l’unità fra la teologia e la spiritualità.

D. - Qual è il filo rosso che lega questo libro?

R. - Sono i gradi della mistica tradizionale: tutto si evolve prima intorno alla conversione, poi all’essere colmati di grazia e infine all’unione dell’uomo con il Dio dell’amore trinitario, quando Dio viene a dimorare nell’uomo e l’uomo in Dio. Questo è il filo rosso che lega questo libro.

Il ministro italiano Graziano Delrio è stato colpito dall’amore per l’uomo che traspare dalle riflessioni di Kiko:

R. - Sì, c’è una grande passione per l’uomo, per le sue fragilità ma anche per le sue grandi originalità: la capacità di stare insieme nelle comunità, di avere fede, di avere capacità di cambiare il mondo… Quindi è un libro di grande profondità umana oltre che spirituale, ovviamente.

“Questo libro non è solo una sorta di bilancio è piuttosto un mio testamento per i catecumeni” ha affermato Kiko il quale ha confessato che è stato molto restio a pubblicare i suoi pensieri nel timore che fosse soltanto una pretesa della sua vanità. Ma si è poi convinto ricordandosi ciò che gli disse una volta un anziano sacerdote: “Non smettere mai di fare il bene per paura della vanità, perché questo viene dal demonio”. Ai nostri microfoni Kiko spiega i suoi timori a pubblicare le sue riflessioni:

R. - Le sofferenze dell’anima sono cose molto intime, c’è una specie di pudore a svestire l’anima. Per questo non so soprattutto se aiutava, se serviva...

D. - Pensi che possa servire?

R. - Sì, molta gente mi ha detto che le ha fatto del bene, che le sta facendo molto bene, che le mie sofferenze sono un poco anche le sue.

D. - Il filo conduttore di questo libro è l’umiltà: cosa rappresenta l’umiltà oggi per questa generazione?

R. - Io dico “Santa umiltà di Cristo”. E’ un mistero immenso che Dio essendo Dio si sia fatto uomo, peccato, miserabile. Una cosa veramente inimmaginabile! E la Chiesa d’Oriente dice questa frase: “Oh santa umiltà di Cristo chi ti potrebbe trovare?”. L’umiltà. Non c’è niente nel cristianesimo senza umiltà. Dimmi quanto sei umile e ti dirò quanto sei santo. L’umiltà è la verità.








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