2016-11-25 12:01:00

Referendum, Mcl: No a una riforma lideristica


Il fronte del No al referendum costituzionale del 4 dicembre continua a ritenere che questa riforma concentrerà il potere in poche mani. Tra i contrari c'è Carlo Costalli, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori (Mcl). Eccolo intervistato da Alessandro Guarasci:

R. - Noi critichiamo in questa riforma la concezione che ne esce di persona, di società, di sussidiarietà, anche di libertà… Conferma quello che emerge da diversi anni: una società lideristica. Si è accentuata anche in questa campagna elettorale, l’uomo solo a comando che è in contrapposizione a un’idea che noi abbiamo di democrazia, di partecipazione, di rappresentanza. Anche inserire in Costituzione - e Renzi e la Boschi lo dicono costantemente - il massimo tasso possibile di decisionismo e efficientismo ci preoccupa un po’ perché decisionismo ed efficientismo sono cose buone ma sono categorie tecniche.

D. – Però in qualche modo non vi alletta l’ipotesi della fine di un bicameralismo paritario che in Italia negli ultimi tempi ha principalmente rallentato?

R. – Non me la sento di passare come chi, visto che queste scelte, sta dalla parte del conservatorismo, tra coloro che bloccano il rinnovamento della società… Io credo che si possa avere il diritto - io credo anche il dovere! - di entrare nel merito e questa riforma è fatta male: si può essere riformisti anche dicendo qualche volta dei no. Non sono d’accordo col presidente del Consiglio quando dice che dopo questa riforma non si cambierà più niente per altri 20-30 anni. Insomma, questa riforma è stata approvata facendo continuamente forzature.

D. – Lei ha parlato di merito. Non pensa invece che la campagna finora abbia avuto quasi esclusivamente toni politici?

R. - Sì, questo è vero e questo mi dispiace molto. Purtroppo, come ho detto, è partita male: all’inizio per colpa del presidente del Consiglio che l’ha personalizzata e poi dopo certamente gli altri partiti ci sono andati dietro anche in modo virulento, eccessivo e forse anche superiore a quello del presidente del Consiglio. Questa è una delle difficoltà che abbiamo incontrato e una delle preoccupazioni maggiori che abbiamo.








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