2016-11-25 11:44:00

Referendum, le Acli: Sì a una sola Camera per le leggi


Man mano che si avvicina il referendum sulla Costituzione del 4 dicembre, si fanno sempre più accesi i toni del confronto, con le le forze politiche che spesso si delegittimano l'un l'altra. In campo sono scese anche le organizzazioni di ispirazione cattolica che, invece, invitano a guardare ai contenuti della riforma. Alessandro Guarasci ha sentito il presidente delle Acli Roberto Rossini:

R. – Noi abbiamo un’esperienza abbastanza diretta, impegnati come siamo sul tema dell’alleanza contro la povertà. La legge delega è stata approvata nel primo ramo del parlamento, cioè alla Camera. Attualmente siamo in attesa che venga approvata dal secondo ramo, ma, se ci fosse un bicameralismo non paritario, di fatto sarebbe già approvata. È una battaglia, tra l’altro, che abbiamo sempre sostenuto; cioè l’idea di un bicameralismo perfetto è ormai antiquata e tende a rallentare i processi legislativi. E poi c'è il tema del lavoro: con politiche attive in materie diverse, che possono essere diverse a seconda delle Regioni, un riordino delle materie tra Stato e Regioni consentirebbe una maggiore centralizzazione, ci permetterebbe di fare anche una politica unica.

D. - Secondo voi come cambieranno in meglio i referendum con questa riforma?

R. - Si deve abbassare il cosiddetto “quorum” per evitare che alcuni referendum, che si sono rivelati un nulla di fatto negli anni passati, non siano del tutto sprecati. C’è un grossissimo lavoro di partecipazione nella raccolta delle firme che poi viene vanificata perché magari non si raggiunge il famoso quorum. Con la riforma, invece, cambia il mondo di calcolare il quorum che fondamentalmente si abbassa e consente al referendum di avere comunque un risultato. Questo ci sembra un aspetto positivo.

D. – Voi siete un’associazione con una democrazia molto diffusa al suo interno: fate periodicamente assemblee, confronti e così via. Chi invece critica questa riforma dice che il potere sarà concentrato in poche mani. Cosa ne pensate?

R. - Noi non vediamo questo rischio. C’era effettivamente, nel famoso combinato disposto che ormai tutti citano dell’Italicum con l’attuale riforma, la possibilità di una concentrazione di potere, però l’Italicum non è oggetto di referendum e che non sarà comunque quella la legge elettorale, quindi noi questo problema non lo vediamo. Bisogna poi tenere conto che una democrazia si costruisce certamente attraverso il voto, ma ci sono anche tanti altri ambiti sui quali si basa.








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