2016-11-25 12:30:00

Mons. Sorondo: no alla legalizzazione delle droghe leggere


No alla legalizzazione delle cosiddette droghe leggere. Così mons. Marcelo Sànchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, a conclusione del convegno in Vaticano sulle sostanze stupefacenti. Ieri i circa 60 partecipanti sono stati ricevuti dal Papa, tra loro anche la Regina Silvia di Svezia e di Yury Fedotov, direttore dell’Ufficio Onu che si occupa di droga e crimine. Francesco ha rivolto loro un discorso molto forte. Massimiliano Menichetti ha intervistato lo stesso mons. Sorondo, che ha promosso il convegno:

R. – Il Papa ha parlato di questa ferita, di questa piaga che è presente in tutto il mondo e che tocca non solo i poveri, ma tocca tutti. E’ una nuova forma di schiavitù che ha chiamato “chimica” e che dobbiamo risolvere. Il Papa naturalmente insiste molto nel quadro generale e quindi sull’importanza della giustizia, dell’uguaglianza e della prevenzione; sull’educazione, sulla solidarietà, sulla socializzazione, incluso lo sport - come ha detto in altre occasioni - e sulla creazione di vere e proprie comunità, in cui la gente non senta l’isolamento che può portarla alla droga. Ha parlato della necessità di avere un quadro più preciso riguardo alla produzione, alla diffusione e alla distribuzione della droga; ma anche della contaminazione fra le mafie e i governi.

D. – Nel convegno si è ribadito con forza, come ha detto anche il Papa l'urgenza della lotta alle mafie e alla corruzione. C’è chi ha parlato però di un'ipocrisia della Comunità internazionale”…

R. – Effettivamente c’è ipocrisia nella misura in cui i governi non se ne occupano sufficientemente. C’è qualcuno che ha detto – ed è un po' vero – che fanno “come se”: quindi il famoso “come se” che usano i politici per far vedere che fanno qualcosa, ma che in fondo non fanno niente! C’è omissione e qualche volta c’è compromesso. Il Papa ha parlato dell’Argentina, che è passata dall’essere un Paese di distribuzione della droga, all’essere un Paese di produzione e di consumo. E naturalmente questo non è successo senza che non ci sia stata connivenza con lo Stato. Questo vale anche per altri Paesi latinoamericani - pensiamo al Messico, alla Colombia - ma anche del mondo asiatico, dove avviene altrettanto.

D. – Il convegno da voi organizzato ha analizzato a 360° il fenomeno delle droghe: dall’uso in campo medico-sanitario alle tossicodipendenze, dal traffico di droga, al traffico di esseri umani, dall’attenzione sui bambini, alla prevenzione e all’educazione. Qual è il bilancio di questa due-giorni di lavori?

R. – Un risultato anzitutto è l’essere arrivati ad una consapevolezza del problema. Le grandi forze occulte che utilizzano la droga, la utilizzano per il profitto e quindi hanno rapporti con altre forme di schiavitù: hanno rapporti con il lavoro forzato, con la prostituzione e con la vendita degli organi della quale ci siamo anche occupati ... In questo senso, quindi, la prima cosa è conoscere le cause, l’aver individuato i "poteri forti" e le connivenze con gli Stati. Tutto questo avviene in un quadro generale per una ingiustizia generale: una ingiustizia perché - ad esempio - non si è stati effettivamente consapevoli degli effetti negativi della globalizzazione. Ma più concretamente perché c’è una mancanza di educazione: pensi che il 50 per cento dei giovani di questo mondo non ha educazione e questi giovani naturalmente che non hanno educazione, che non hanno una famiglia – il Papa ha parlato anche della famiglia – sono vittime di questa condizione e di chi vuole sfruttarli.

D. – Sullo sfondo di questo convegno c’è anche il fatto che molti Paesi del mondo stanno legalizzando le cosiddette droghe leggere…

R. – Qualcuno ha detto che la liberalizzazione della droga serve in campo sanitario come cura. Però, in generale, la droga cosiddetta leggera non è leggera, perché danneggia il cervello! Vuole essere – come è stato detto – il cavallo di Troia per le droghe più pesanti. Quindi: no alla droga leggera! E poi educazione e prevenzione contro l’alcool, contro il tabacco e contro il peggiore di tutto, che è la droga.

D. – Il Papa ha detto: “Andate avanti cosi”. Qual è la vostra prossima sfida?

R. – Vogliamo continuare a studiare tutto questo fenomeno: le sue dimensioni, le sue cause e le sue soluzioni. Vorremo studiare ancora più profondamente gli effetti che si hanno sul cervello, perché effettivamente – e anche questo è stato detto – la droga blocca le difese del cervello, blocca la comunicazione stessa del cervello e le membrane che fanno da comunicazione; e le blocca in modo tale che non è poi facile da recuperare.

D. – E’ stato detto che il cervello cambia…

R. – Il cervello cambia radicalmente e diminuisce le sue possibilità. Quindi l’uomo perde, in certo modo, la sua dignità e non è più motivato. E’ stato detto che ci sono alcuni animali che assumendo droga, non hanno più alcuna motivazione a vivere e muoiono. Per evitare tutto questo è necessario fare educazione, comunità, sport, giustizia e guardare al problema: questo problema ci invade, rappresenta il grande problema del nostro tempo insieme alle altre forme di schiavitù.








All the contents on this site are copyrighted ©.