2016-11-21 19:23:00

Referendum, Olivetti: col Si' più facile approvare le leggi


Il referendum costituzionale. Tra i punti centrale della campagna del Sì, la semplificazione dei processi per approvare le leggi. Alessandro Guarasci ha sentito Marco Olivetti, costituzionalista dell’università Lumsa:

 

R. – Un qualche rafforzamento della maggioranza ci sarebbe, perché un partito avrebbe – nel caso in cui ottenesse la maggioranza dei voti al secondo turno – la maggioranza dei seggi. Tuttavia c’è proprio un emendamento, voluto fortemente dalla minoranza Pd e da molti che oggi non voteranno la riforma tra l’altro, e che ha la finalità di alzare il quorum per l’elezioni del presidente della Repubblica: viene alzato a 3/5 del parlamento in seduta comune; mentre attualmente – dopo il terzo scrutinio – questo quorum è fissato alla maggioranza assoluta. Il rischio è che sia più difficile eleggere il presidente e che si resti bloccati, eventualmente, per qualche settimana nel tentativo di eleggerlo. 

D. – Come cambieranno i parametri del referendum abrogativo?

R. – E’ una vecchia proposta che circolava da tempo. Si dice: 500 mila per richiedere un referendum, che ha come conseguenza quella di chiamare al voto 50 milioni di elettori sono poche e quindi si è proposto di alzare questo quorum. E in un altro passaggio si dice: è difficile raggiungere il quorum di partecipazione, quello della metà + 1 degli aventi diritto,  che è condizione di validità del referendum. Allora si è detto: abbassiamo questo secondo quorum. Ed è quello che fa la riforma: la riforma consente, qualora la richiesta venga da 800mila elettori, invece che da 500 mila, che il referendum sia valido anche se partecipa soltanto la metà + 1 di coloro che hanno votato alle ultime elezioni.

D. – Quindi?

R. - Quindi colloca il quorum intorno al 30-35 per cento dell’elettorato e, secondo me questa, è una forma di razionalizzazione del referendum. Al tempo stesso resta in vigore anche la regola attuale e quindi ci saranno due percorsi possibili: se si raccolgono 500 mila firme occorrerà che vada a votare la metà +1 degli aventi diritto;  se ne raccolgono 800 mila il quorum dei partecipanti si abbassa. 

R. – Un qualche rafforzamento della maggioranza ci sarebbe, perché un partito avrebbe – nel caso in cui ottenesse la maggioranza dei voti al secondo turno – la maggioranza dei seggi. Tuttavia c’è proprio un emendamento, voluto fortemente dalla minoranza Pd e da molti che oggi non voteranno la riforma tra l’altro, e che ha la finalità di alzare il quorum per l’elezioni del presidente della Repubblica: viene alzato a 3/5 del parlamento in seduta comune; mentre attualmente – dopo il terzo scrutinio – questo quorum è fissato alla maggioranza assoluta. Il rischio è che sia più difficile eleggere il presidente e che si resti bloccati, eventualmente, per qualche settimana nel tentativo di eleggerlo. Quindi io direi che su questo aspetto l’obiezione è del tutto infondata: è proprio inventata.

 

D. – Come cambieranno i parametri del referendum abrogativo?

 

R. – E’ una vecchia proposta che circolava da tempo. Si dice: 500 mila per richiedere un referendum, che ha come conseguenza quella di chiamare al voto 50 milioni di elettori sono poche e quindi si è proposto di alzare questo quorum. E in un altro passaggio si dice: è difficile raggiungere il quorum di partecipazione, quello della metà + 1 degli aventi diritto,  che è condizione di validità del referendum. Allora si è detto: abbassiamo questo secondo quorum. Ed è quello che fa la riforma: la riforma consente, qualora la richiesta venga da 800mila elettori, invece che da 500 mila, che il referendum sia valido anche se partecipa soltanto la metà + 1 di coloro che hanno votato alle ultime elezioni.

 

D. – Quindi?

 

R. - Quindi colloca il quorum intorno al 30-35 per cento dell’elettorato e, secondo me questa, è una forma di razionalizzazione del referendum. Al tempo stesso resta in vigore anche la regola attuale e quindi ci saranno due percorsi possibili: se si raccolgono 500 mila firme occorrerà che vada a votare la metà +1 degli aventi diritto;  se ne raccolgono 800 mila il quorum dei partecipanti si abbassa. 








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