2016-11-21 14:33:00

Al via Campagna Onu per i minori rifugiati senza istruzione


Sono 3,7 milioni, nel mondo, i bambini rifugiati che non vanno a scuola. Oggi, al Teatro Quirinetta di Roma, l’Agenzia Onu per i rifugiati ha lanciato una campagna per garantire istruzione a un milione di essi, attraverso una raccolta fondi via sms, attiva da oggi e fino all'11 dicembre, rivolta a cittadini, istituzioni e media. Il servizio di Elvira Ragosta:

Il titolo della campagna è “Mettiamocelo in testa. Solo con l’istruzione un bambino rifugiato ricomincia a scrivere la sua vita”. Dei 3,7 milioni di bambini rifugiati senza istruzione, per lo più nei Paesi più poveri del mondo, oltre un milione e mezzo non frequenta la scuola primaria. L’obiettivo è sensibilizzare e raccogliere fondi da destinare a progetti scolastici per un milione di questi minori in 12 Stati, tra cui Siria e Kenia. Carlotta Sami, portavoce per il Sud Europa dell’Agenzia Onu per i rifugiati:

R. - Oggi sappiamo che la scuola è importante nelle crisi, nelle guerre, laddove c’è violenza diffusa, in quei Paesi che sono instabili e che producono sfollati e rifugiati tanto quanto l’acqua, il cibo, le tende. Perché un bambino che non va a scuola – e spesso per anni – mette a rischio il suo futuro di individuo, ma anche quello della comunità: e questo perché se poi nel suo Paese ci sarà la pace, potrà rientrare ed avere le capacità di ricostruirlo; se, invece, rimarrà nel Paese che lo ha accolto sarà maggiormente in grado  di essere incluso nella nuova società e di diventarne veramente un soggetto attivo.

D. – Come è strutturata la campagna e a chi è rivolta?

R. – Noi chiediamo sempre ai governi di aiutarci a mettere in piedi le nostre azioni e i nostri programmi. Sappiamo che 3,7 milioni di bambini non vanno a scuola:  siamo riusciti a portarne a scuola 500 mila negli ultimi anni e vogliamo portarne a scuola almeno un altro milione il più presto possibile, perché non abbiamo tempo! Però sappiamo che i governi da soli non ce la fanno e sappiamo anche che ci sono tanti cittadini che vogliono fare qualcosa di concreto. Ecco, diamo la possibilità con un sms che non costa quasi nulla – solo 2 euro e il numero dell’sms è il 45516 - di portare a scuola uno di questi bambini per un mese.

Tante le testimonianze raccolte dall’Unhcr, che dal 2012 porta avanti il progetto “Educate a child”, che ha già contribuito a garantire accesso all’istruzione a 570mila bambini. Tra i racconti di chi è riuscito a studiare, dopo aver lasciato il suo Paese, c’è quello di  Barlyali, scappato dall’Afghanistan ancora minorenne, e oggi studente in un’Università americana in Italia:

“Noi abbiamo fatto un viaggio a piedi da Kabul, attraversando il Pakistan, l’Iran, la Turchia, la Grecia…  Poi sono arrivato a Roma: sono andato al centro di accoglienza per minori, ho preso i documenti e ho cominciato a lavorare. Ho vinto una Borsa di Studio e sono riuscito a fare quello  che non avrei mai potuto fare lì, in Afghanistan… Sono molto contento: ho sofferto, ma ho anche imparato come posso affrontare e cercare di risolvere i miei problemi e non soltanto i miei. Un giorno mi laureerò e mi occuperò dei bambini e delle donne vedove.

Adesioni alla campagna sono giunte da molti personaggi pubblici provenienti dal mondo della cultura, dello spettacolo e dello sport. L’attrice Nicole Grimaudo:

“Bisogna assicurare a questi bambini un futuro e la possibilità di studiare: potrebbero essere i nostri figli… Sono bimbi che sono stati costretti a lasciare le loro case: non lo avrebbero mai voluto fare! In queste scuole si sentono anche al sicuro e hanno la possibilità di giocare, la possibilità di studiare: si dà loro la possibilità di essere ancora bambini, perché già sono stati costretti a crescere troppo in fretta. Quindi assicuriamogli questa possibilità!".








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