2016-11-16 14:26:00

Conferenza in Vaticano su leader d'impresa per economia inclusiva


“I leader d’impresa, agenti di inclusione economica e sociale”, questo il tema del Simposio internazionale, che sarà ospitato domani e venerdì in Vaticano, promosso dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, insieme alla Conferenza internazionale delle Associazioni di imprenditori cristiani (Uniapac), presente in una quarantina di Paesi. 500 gli ospiti attesi da tutto il mondo. A presentare i lavori alla stampa, sono stati stamane mons. Silvano Maria Tomasi, segretario del dicastero promotore e José Maria Simone, presidente di Uniapac. Il servizio di Roberta Gisotti:

Un’economia più inclusiva: se ne era già parlato in Vaticano in un Incontro incentrato sul Bene comune globale, nel luglio 2014. Questa Conferenza è frutto anche di quel dibattito, che va avanti, ha spiegato mons. Silvano Tomasi:

R. – La ricerca del bene comune nell’economia è uno dei temi fondamentali degli interventi di Papa Francesco: vuole un’economia che rispetti la dignità di tutte le persone che si focalizzi non sul bene di alcuni, che accumulano molta ricchezza mentre la maggioranza viene lasciata da parte, ma che il bene comune venga rispettato, nella soluzione e nella ricerca di nuove attività economiche, nel tentativo di uscire dalla crisi che da qualche anno tocca l’economia mondiale, che sta facendo fatica a passare da un’economia di finanza a un’economia reale. In questa maniera, direi che sono due le tradizioni che convergono: quella che il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace ha portato avanti in questi anni e soprattutto l’insegnamento innovativo di Papa Francesco che parla di un’economia di mercato sociale, cioè con regole che equilibrino il giusto guadagno con il bene di tutte le persone coinvolte: dei datori di lavori, dei capi d’industria e degli operai e degli impiegati che devono vivere una vita decente.

D. – E’ importante che la Chiesa, con la sua autorevolezza, entri in questo dibattito con i giganti della finanza, i giganti dell’economia digitale …

R. – Per questa ragione la Chiesa pone un forte accento sul dialogo tra datori di lavoro e lavoratori nelle varie categorie e situazioni, in modo che non ci sia un confronto antagonista o violento ma un dialogo che porti all’incremento del benessere per tutti. Su questa strada si può costruire un futuro di pace, perché se c’è una situazione economica sostanzialmente positiva, che porti del bene a tutti, ne viene anche una conseguenza sociale per la pace e la convivenza; in questa maniera creiamo veramente un futuro più sano.

Viviamo tempi in cui i poteri della finanza e della tecnologia digitale dettano in massima parte l’agenda delle attività umane, a frutto di un numero sempre più ristretto di ricchissimi. Ma i leader d’impresa possono fare la differenza, ha sottolineato José Maria Simone:

R. – “Evangelii Gaudium and “Laudato si” are very clear…..
La “Evangelii Gaudium” e la “Laudato si’” sono molto chiare sugli obiettivi di cui dobbiamo avere chiara coscienza, sulle necessità che le persone hanno oggi. Ma il Papa afferma anche che quella dell’imprenditore è una vocazione nobile. Quindi se noi guardiamo all’esclusione che si è creata – in tutti i sensi, a prescindere dalle sue origini: sempre si tratta di esclusione – l’evoluzione dell’economia non è stata capace di gestire questa esclusione, perché non l’ha considerata. Questo da un lato. E dall’altro, quando sappiamo che la nostra è una “vocazione nobile”, non possiamo non sentirci coinvolti nell’obiettivo di tentare di mettere d’accordo questi due aspetti. In quanto imprenditori, infatti, siamo molto pragmatici, ma siamo molto deboli sul fronte sociale. Dobbiamo quindi imparare come trasformare i nostri punti di vista e prendere maggiormente in considerazione l’impatto che produciamo sulla società, quando prendiamo decisioni.








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