2016-11-12 12:00:00

Papa: malattie rare e dimenticate, solidali con ogni persona


Il “valore eminente” della persona umana sia alla base di soluzioni “realistiche, coraggiose, generose e solidali”. Così il Papa nel messaggio ai partecipanti alla XXXI Conferenza internazionale sul tema: “Per una cultura della salute accogliente e solidale a servizio delle persone affette da patologie rare e neglette”, organizzata questa settimana in Vaticano dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari. Nelle sue parole, indirizzate a mons. Jean-Marie Mupendawatu, segretario del dicastero, il Pontefice ha voluto ricordare anche l’arcivescovo Zygmunt Zimowski, già presidente del medesimo Pontificio Consiglio, scomparso nel luglio scorso. Il servizio di Giada Aquilino:

Il valore eminente dell’essere umano
Una sfida “immane, ma non impossibile”. Papa Francesco si rivolge agli esperti, provenienti da ogni parte del mondo, che si sono riuniti in Vaticano per approfondire il tema delle patologie “rare” e delle malattie “neglette” e, nella sua riflessione, mette in luce il “valore eminente” della persona umana: ciascuna persona, soprattutto quella sofferente, merita dunque “senza alcuna esitazione” ogni impegno per essere “accolta, curata e, se possibile, guarita”. Vanno quindi individuate linee “praticabili” di intervento, avendo come valori fondanti “il rispetto della vita, della dignità e dei diritti dei malati”, insieme con l’“impegno accogliente e solidale”, e realizzando strategie curative mosse da “sincero amore” verso la persona “concreta” che soffre. Il Pontefice vede in un “approccio integrato”, con “attente valutazioni”, il percorso da seguire: non solo “qualificate e diversificate” competenze sanitarie, ma anche extra-sanitarie, per la pianificazione e la realizzazione di strategie operative, il reperimento e la gestione delle ingenti risorse necessarie, pensando ad esempio ai manager sanitari, alle autorità amministrative e politiche, agli economisti del settore. Su tutto, però, prevale una “libera e coraggiosa volontà di bene”, una vera e propria “sapienza del cuore”, finalizzata alla risoluzione di questo rilevante problema di salute globale: secondo dati dell’Oms, ricorda Francesco, di malattie definite “rare” soffrono 400 milioni di persone, mentre quelle cosiddette “neglette” riguardano oltre un miliardo di persone. Si tratta di patologie per lo più di natura infettiva e - osserva il Papa - diffuse tra le popolazioni più povere del mondo, “spesso in Paesi dove l’accesso ai servizi sanitari è insufficiente a coprire i bisogni essenziali”, soprattutto in Africa e America Latina, in aree a clima tropicale, con una potabilità insicura dell’acqua e carenti condizioni igienico-alimentari, abitative e sociali. Risultano pertanto cruciali, aggiunge Francesco, “la determinazione e la testimonianza” di chi si mette in gioco nelle periferie “non solo esistenziali” ma anche “assistenziali” del mondo, insieme ovviamente allo studio scientifico e tecnico.

Una Chiesa dinamicamente in uscita
La Chiesa, riflette il Papa, è da sempre “in campo” e continuerà “su questa impegnativa ed esigente via di vicinanza e di accompagnamento” all’uomo che soffre: è “prioritario” che essa si mantenga “dinamicamente in uno stato di ‘uscita’”, facendosi “ospedale da campo” per le persone emarginate, che vivono in ogni periferia esistenziale, socio-economica, sanitaria, ambientale e geografica del mondo. Si tratta di una “vera e propria opera di misericordia”, da cui ha mosso proprio la Conferenza del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari per “informare”, per fare il punto sullo “stato delle conoscenze sia scientifiche sia clinico-assistenziali”, per curare meglio “in una logica accogliente e solidale” la vita del malato, per “custodire l’ambiente nel quale l’uomo vive”. È su questo che il Pontefice si sofferma, evidenziando la relazione “decisiva” tra queste malattie e l’ambiente: spesso infatti i fattori ambientali hanno un “forte rilievo” o comunque l’ambiente inquinato “funge da moltiplicatore del danno”. Francesco nota che il “peso maggiore grava sulle popolazioni più povere”: è per questo che nuovamente pone l’accento sull’“assoluta importanza” del rispetto e della custodia del creato, della nostra casa comune.

Accesso alle cure per tutti
La considerazione su scala sociale del fenomeno sanitario delle malattie “rare” e “neglette”, aggiunge Francesco, richiama una chiara istanza di giustizia, nel senso di “dare a ciascuno il suo”, ovvero “uguale accesso” alle cure efficaci per uguali bisogni di salute “indipendentemente” dal contesto socio-economico, geografico, culturale. Ciò, ricorda il Papa, si rispecchia nei principi di socialità, sussidiarietà e solidarietà alla base della dottrina sociale della Chiesa. Auspica infine di individuare soluzioni “realistiche, coraggiose, generose e solidali” che tengano al centro il “valore eminente dell’essere umano”, affidando a Maria l’impegno di rendere sempre “più umano” il servizio che, quotidianamente, le diverse figure professionali del mondo della salute svolgono in favore dei sofferenti.








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