2016-11-11 15:32:00

Terremoto, un grido da Preci: vogliamo ripartire, aiutateci


Situazione di emergenza

“La situazione è critica, siamo in piena emergenza. Stiamo cercando di poter attivare, quanto prima, i sopralluoghi per ridurre le zone rosse. Stiamo cercando di avviare le procedure per far partire la ricostruzione e individuare le zone dove sistemare temporanemante i container e poi le casette”. Così, a circa due settimane dal terremoto del 30 ottobre, il vicesindaco di Preci, Paolo Masciotti, descrive la situazione del piccolo comune in provincia di Perugia, borgo medievale di rilievo nel turismo e nella produzione agro-alimentare, colpito gravemente dalla scossa che ha squassato la Valnerina. “Molti preciani alloggiano al Centro Caritas, dove è stata allestita anche la mensa da campo, molti altri al camping che è all’inizio del Paese. Ma ci servono urgentemente i container per far ripartire il commercio. Tabaccherie, bar, commercianti si trovano in edifici inagibili. Stiamo aspettando il decreto post-terremoto per avere le direttive e riavviare industria e commercio, il tessuto economico è stato gravemente colpito dal sisma”.

Noi non ce ne andiamo

“Sono entrato oggi con i vigili del fuoco nell’hotel che gestisco e l’impressione è stata quella di vedere trent’anni di lavoro distrutti in un attimo. I muri hanno delle crepe incredibili e tutto il materiale è danneggiato o irraggiungibile”, racconta Alberto Quaglietta, gestore dell’albergo Scacchi a Preci. “Noi però non ce ne andiamo. Restiamo qui e vogliamo che questa popolazione possa rivivere. Speriamo che l’amministrazione e gli organi competenti ci aiutino a far rivivere questi luoghi stupendi. Siamo nel pieno del Parco nazionale dei Monti sibillini e questa è una zona molto apprezzata dai turisti stranieri che amano fare sport all’aria aperta. Posso dire che nel 2016 è stato per tutta la zona uno degli anni migliori nel settore turistico, un anno meraviglioso troncato dal terremoto, a partire dal 24 agosto”.

Aspettando il decreto

“Speriamo che il decreto post-terremoto arrivi presto e ci dica come procedere. Avevamo avviato i lavori post-sisma dopo la scossa del 24 agosto e ora dobbiamo ricominciare da capo”, spiega Angelo Chierici, assessore al bilancio del comune di Preci. “Siamo in piena emergenza. Preci e le sue venti frazioni sono tutti centri ‘zona rossa’ e dobbiamo visitarli e capire come intervenire. “Dobbiamo far rivivere questo centro che ha pregi naturalistici, eno-gastronomici importanti. Molto gravi sono stati i crolli all’abbazia di Sant’Eutizio, simbolo di tutta la valle e richiamo turistico-religioso per tutto il territorio”.

Paura e incertezza

“Qui la gente è molto provata. C’è la paura delle scosse, le persone vedono un futuro poco positivo perché il territorio è stato minato nelle sue strutture industriali e commerciali. In più c’è il problema delle abitazioni. Sono difficoltà che mettono a dura prova la stabilità psicologica delle persone”, spiega Giuseppe Schillaci, coordinatore del Gruppo Preci del Cisom, il Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta.  

Un'identità da preservare

Monica Papiri, preciana, è tornata in paese per aiutare i genitori entrambi sfollati dopo la scossa del 30 ottobre. “Sia l’attività commerciale che l’abitazione di mia madre e mio padre sono ora inagibili. Siamo psicologicamente vessati da questa situazione, anche perché ancora portiamo i segni del sisma del 1997, per colpa del quale avevamo già perso tutto. Ora siamo costretti a ricominciare da capo, in una stagione – tra l’altro – in cui l’attività turistica era andata benissimo”. “Io vorrei far un appello”, conclude Monica. “Noi ce la metteremo tutta, sebbene tre eventi sismici in quarant’anni siano stati tanti non ci lasciamo certo fiaccare. Ma abbiamo bisogno di aiuto per ripartire. Queste zone vivono di turismo, anche culturale e religioso. Il turismo e il suo indotto creano lavoro. Solo se riusciremo a far ripartire queste attività, a rimettere in piedi queste attrattive, potremmo avere un futuro. Le persone ritroveranno il loro lavoro e queste terre torneranno a vivere. Solo tutelando l’identità culturale e storica di questa parte della Valnerina possiamo avere qualche speranza”. 








All the contents on this site are copyrighted ©.