2016-11-11 14:31:00

Haiti, allarme del presidente: dopo Matthew grave malnutrizione


La comunità internazionale non sta assolvendo al suo impegno a favore della ripresa di Haiti. La denuncia viene dal presidente ad interim, Jocelerme Privert che, in un’intervista, ha parlato delle perdite devastanti causate dall’uragano Matthew. Francesca Sabatinelli:

Il conto dei danni prodotti dal passaggio di Matthew poco più di un mese fa, era il 4 ottobre, è pari all’intero bilancio nazionale di Haiti. Il presidente Privert parla alla Bbc, denunciando una crisi alimentare senza precedenti e il peggioramento del tasso di malnutrizione. Il suo è un accorato appello ad un rapido intervento della comunità internazionale, perché ciò che è stato fatto finora “non è sufficiente”. L’uragano, con potenza elevata a categoria 4, ha devastato gran parte di Haiti e colpito oltre due milioni di persone. Il governo ha stimato che un milione e mezzo di haitiani ha bisogno di assistenza immediata, tra loro gli oltre 140 mila che vivono in ricoveri temporanei. La situazione peggiorerà senza un immediato supporto economico che rilanci l'agricoltura – spiega ancora Privert – il rischio è che in  tre o quattro mesi ci si ritrovi con una grave crisi alimentare. Si assiste al dilagare della fame, denunciano anche le organizzazioni non governative che lavorano nel Paese: Haiti prima della devastazione di Matthew veniva da tre anni di siccità, era quindi già segnato da alti livelli di denutrizione. Federico Palmas è il responsabile Haiti per Gvc Italia, una delle ong maggiormente impegnate nel Paese:

R. – Purtroppo, questo tifone è avvenuto con una puntualità terribile rispetto al calendario agricolo: ha spazzato via praticamente tutto il secondo raccolto annuale di una popolazione che comunque vive principalmente di agricoltura di sussistenza, soprattutto in quelle zone. Penso che nei dipartimenti di Grand-Anse, del Sud e di Nippes, che sono i tre più colpiti dai venti di oltre 100 kilometri orari, l’uragano si sia portato via fino all’80 percento dei raccolti. Questo porta ad avere una situazione in cui un milione e mezzo di persone sono in stato di fame in questo momento. E lo saranno nei prossimi mesi, perché oltre all’impatto immediato, ha incrinato e danneggiato pure quello che sarebbe dovuto essere il raccolto destinato al soddisfacimento dei bisogni alimentari per tutta la successiva stagione secca.

D. – In termini strettamente economici, di quanto avrebbe bisogno attualmente Haiti per riavviare ciò che Matthew ha distrutto?

R. – Per riavviare tutto quello che Matthew ha distrutto probabilmente ne serviranno di più, però intanto le stime per le operazioni di life-saving (operazioni di salvataggio ndr) per i prossimi tre mesi, parlano di 120 milioni di dollari. Di questi, circa 70 sono quelli che servono per risolvere il problema alimentare, della sicurezza alimentare e della nutrizione in generale. Chiaramente, la seconda grande emergenza è quella della disponibilità di acqua per il consumo umano e per il contenimento dei possibili focolai di colera, così come di tutta una serie di altre malattie legate alla contaminazione dall’acqua.








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